Vincenza63's Blog

Conoscersi e parlarsi è un dono

Something beautiful 4/L’ascolto.


 

Eccomi qui. Sono davanti, a fianco, addosso a te. Mi senti? Mi metterò di fronte a te, per capire se mi stai seguendo, se riesco a comunicare con te, se anche oggi avverrà questo miracolo.

Devo raccontarti una cosa buffa e drammatica allo stesso tempo. Mia madre ha quasi 84 anni ed è ipo-udente, cioè quasi sorda. Tu puoi capire di cosa parlo… Quando viene a casa mia la tv mi fa impazzire, per avere una conversazione spendo tutto il poco fiato che ho… Il lato drammatico: dovessi sentirmi male e non poter gridare?

Torno a seguire la scia dei miei precedenti post sui nostri sensi. Voglio iniziare dall’immagine sopra. Un classico, direi. Accostare una conchiglia all’orecchio per sentire il rumore del mare… La fantasia, la nostra mente, il nostro corpo ci vengono in aiuto se solo ci lasciamo andare e ‘stiamo in ascolto’. Non a caso ho dato il titolo ‘L’ascolto’ e non ‘L’udito’ a questo pezzo.

Provo sempre a fare i miei tentativi per raggiungere l’altro, in questo caso chi sta apparentemente nel silenzio.

A cosa potrei paragonare il rumore della conchiglia? O meglio il rumore del mare? Metto due tappi nelle orecchie per immergermi nel silenzio, tenendo sempre presente che io quei tappi li posso togliere e tornare a udire i suoni, tutti. Non devo dimenticarlo…

Riguardo il linguaggio del mio corpo balza subito nella mia memoria un particolare, meraviglioso e da non trascurare: il linguaggio dei segni… In una coppia lo trovo così intimo, sensuale, solo per il fatto di rimandare ad altro… E poi, cosa molto più bella, il guardarsi, non poterlo evitare per essere attenti a recepire il messaggio, non parlare distrattamente. Sto ‘parlando’ a te, guardami. Bellissimo.

Oddio, se fossi sorda non potrei usare neppure quello! Lascerò sciogliere ancora di più la mia fantasia.

Tutto il nostro corpo parla, comunica. Anche il mio. Basta l’attenzione, l’amore, la passione di volerlo fare. Torno all’esempio della conchiglia. Cosa posso paragonare a quel rumore che non posso udire? Qualcosa che posso ‘sentire’ sulla pelle o nell’orecchio: l’aria, emessa forte come il vento oppure incalzante come la passione, o ancora leggera come un soffio per esprimere la delicatezza della conchiglia o il sussuro di una voce. L’aria, il sospiro, il soffio che tutto il corpo può percepire, anche se non ne può udire il suono. ‘Sentire’ che qualcuno ci comunica amore con l’intensità e il calore del respiro è un linguaggio nuovo. Come sempre nuovo è il nostro spirito, la nostra mente che guidano il corpo in luoghi sconosciuti ma raggiungibili.

Penso ingenuamente al linguaggio che inventerei con il mio partner. Ridete se vi va… Io stessa lo sto facendo! Usare per esempio un codice ‘nostro’: un soffio per dirti ‘va bene così’, due per dirti ‘bellissimo’ e così via… Non ci sono limiti.

Da ultimo, in questa riflessione, ma non per importanza sentire il corpo dell’altro con le carezze, i baci, le strette, i battiti, il respiro, i muscoli e allo stesso modo comunicare anche non verbalmente – in caso non ci si possa guardare – se e quanto apprezziamo il contatto, il tocco… tutto. Niente è escluso.

Tolgo i tappi. Ritorno nel mondo delle onde sonore. Mi accorgo che sono appena tornata da un’altra dimensione, diversa ma così attraente. Una vera scuola, questa, per capire che siamo attraversati da una moltitudine non udibile di onde e che noi… potremmo essere quella bellissima conchiglia!

Un brano dedicato a chi voglia provare a comunicare con intensità e ritmi diversi. Con fantasia. Sempre Vicky.

 

13 ottobre 2010 - Posted by | Esperienze, Persone, Vita nuova | , ,

8 commenti »

  1. Lè nostre emozioni , avvolte , ci portano così lontano , tanto da farci percerpier dei suoni , che gingono attraverso il nostro udito, assaporandole e gustandole ti sentirai avvolgere da tutte quelle emozioni , per un falicita di attimi fuggenti.
    Ma non sempre succede questo , perchè avvolte cause maggiori , come nel caso di tua madre , abbia perduto , quel senso di ascoltar i rumore , si sono spente le possibilità di comunicare , ma come madre natura , a creato tutto , e lei tutto può fare ,a creato molte altre possibilita di ascolto , come gli occhi , le mani , ma soprattutto, il cuore .etc.
    Dove da tutti questi sensi , scaturiscono ,molti modi di ascolto , basto essere in sintonia ….
    Tutto si trasforma e tutto diventa per magia , un vero Paradiso di emozioni , e tu mia cara amica sei già una di queste emozioni , che escono da quei suoni , miracolosi ,per trasmettere ad altri amore ….col tuo calore che scaturisce dal cuore ….
    Vedi mia cara , basta così poco , che tutto si trasforma in suono ,dando vita , alla vita …..perchè la vita già per sè stessa è un suono ….
    Ti saluto con un abbraccio …..Pina

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    Commento di Pina | 15 ottobre 2010 | Rispondi

  2. Purtroppo l’ascolto viene a perdere di fronte alla paura di non sentire.
    Quante volte ho visto gente spalancare gli occhi per non calarsi nei panni di un audioleso, ritraendosi da un naturale modo di sentire, ascoltare e soprattutto comunicare……….

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    Commento di sim70 | 15 ottobre 2010 | Rispondi

    • Lo so, anch’io sono stata rifiutata tante volte dalla persona che gridava ai quattro venti di amarmi… è una ferita e un’umiliazione che hanno bisogno di tempo per guarire. Cosa intendi Sim con spalancare gli occhi? Si scandalizzavano?

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      Commento di vincenza63 | 15 ottobre 2010 | Rispondi

      • S’impaurivano, è come per uno che guarda il cielo, e d’improvviso si fà buio, come se gli mancasse la terra da sotto i piedi tutto d’un tratto, non ci sono abituati.

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        Commento di simone | 15 ottobre 2010

  3. Complimenti, hai descritto delle emozioni che sembrava uno fosse presente a con te.

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    Commento di Gianfranco Malato | 15 ottobre 2010 | Rispondi

    • Grazie Gianfranco!

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      Commento di vincenza63 | 15 ottobre 2010 | Rispondi

  4. Simone, ti abbraccio, come posso e capisco ora. Grazie!

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    Commento di vincenza63 | 16 ottobre 2010 | Rispondi

  5. Ciaooo Vicky!
    Sai… stavo pensando a tutti quelli che hanno integri i cinque sensi e non ne riescono a far “funzionare” neppure uno…
    Buona giornata! :-*

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    Commento di Mario | 16 ottobre 2010 | Rispondi


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