Vincenza63's Blog

Conoscersi e parlarsi è un dono

Islam e Daulatdia


daulatdia

 

Al seguente link trovate un articolo che narra di una realtà a dir poco rivoltante.
Succede nel 2017.

Succede mentre nelle nostre vite entrano ed escono notizie (chiamiamole così) su colossali cazzate.

E intanto dall’altra parte del mondo…

La persona a cui si riferisce il link è una donna musulmana femminista. Quando qualche anno fa ci siamo incrociate sul Web perché leggeva il mio blog e io il suo. Non potevo credere ai miei occhi quando ho visto le due parole accostate!
Lei stessa, che per sicurezza mantiene l’anonimato causa minacce, è impegnata in prima linea con conferenze, visite nelle scuole, articoli ecc.

Lascio a voi ogni commento riguardo quello che segue.

Chiedo scusa per eventuali errori relativi alla mia traduzione dallo spagnolo.

Sempre Vicky.

 

https://mezquitademujeres.org/2017/10/17/burdel-bangladesh/#comment-1354

 

Daulatdia: vivere e crescere nel più grande bordello del Bangladesh

 

È il più grande bordello del Bangladesh, e forse del mondo. La città di Daulatdia ospita più di 1.500 prostitute, alcune di appena 10 anni.

Daulatdia è il nome di un villaggio bordello in Bangladesh. È diventato noto come uno dei più grandi bordelli in tutto il mondo. Aperto intorno al 1988, è uno dei 20 bordelli ufficialmente sanzionati in Bangladesh, ma era ufficiosamente in attività già durante i decenni precedenti.

Situato tra una stazione ferroviaria occupata e il porto pieno di migliaia di uomini, Dautladia da’ casa a lavoratrici del sesso che servono migliaia di uomini al giorno. L’età media delle nuove arrivate è di 14 anni (l’età del consenso) e alcune sono più giovani. Molte di loro sono vendute dai trafficanti per le reti di sfruttamento sessuale o “dalal” per circa $ 250 dollari, che vengono poi costretti a pagare protettori che sono le donne per lo più anziane.

Daulatdia è come una piccola città a sé. Il bordello ha tutto ciò che le donne che si prostituiscono e i clienti hanno bisogno, dai saloni di bellezza ai mercati, alle sale da gioco. Le donne che vi lavorano non hanno alcun motivo di lasciare il villaggio che ospita il bordello. In ogni caso, anche se lo volessero lasciare, questo non è loro permesso. In un labirinto di vicoli sgangherati, le donne e le ragazze passano il giorno e la notte a lavorare in piccoli cubicoli, incontrando gli uomini che vengono dalla strada vicina.

Originariamente il sito è stato costruito durante il governo coloniale. Ma è ora di proprietà della famiglia di un politico locale. Molte delle prostitute hanno sempre vissuto lì; alcune sono state vendute dalle proprie famiglie per prostituirsi, altre sono state rapite dai loro villaggi.

Il bordello più antico è Kandapara, con 200 anni di attività. La fotografa tedesca Sandra Hoyn ha pubblicato su “The Longing of The Others” fotografie di questo sito, compilato nel seguente video:

Il Bangladesh è uno dei paesi islamici che non criminalizzano la prostituzione. Tuttavia, diversi bordelli sono stati chiusi. L’anno scorso, le autorità locali hanno demolito il bordello Tangail nel nord del Bangladesh. Questo non ha impedito che i clienti si fermassero a Daulatdia.

Daulatdia, una città in cui le donne vendono sesso per 3.000 uomini ogni giorno. Si tratta di un mondo oscuro, ma c’è ancora spazio per la speranza.

Una brutta giornata è quando il traffico di business prospera in Daulatdia. Autisti, addetti alle pulizie, facchini, imprenditori di piccole città e anche poliziotti arrivano al bordello per trascorrere del tempo con una qualsiasi delle donne dai 12 ai 35 anni che offrono i loro servizi per meno di USD 3 l’ora nel villaggio in una stanza dove mangiano, dormono e crescono i propri figli.

I bambini che vivono qui sono esposti ad abusi e sfruttamento sessuale. Le loro madri sono appena in grado di respingere gli ubriachi che passano attraverso le loro stanze. I bambini sono regolarmente utilizzati dai clienti per fare commissioni, andare a prendere alcol e droghe, fare le scommesse, il massaggio e, infine, pulire dopo i clienti li hanno lasciati soli. La maggior parte dei bambini sono spinti sotto il letto o in un angolo per dormire nella stessa stanza in cui le loro madri servono i loro clienti.

Rekha ha una figlia di nome Sharifa. Lei sa che l’esistenza di lavoratrici del sesso conduce alla privazione e alla malattia. Lei sa che la scuola che frequenta Sharifa offre l’unica vera possibilità di un’altra vita. Una vita decente. Rekha si sveglia presto ogni giorno per vedere come Sharifa va a scuola. Sharifa tiene tra le sue piccole mani il suo sogno che un giorno, insieme, troveranno una via di fuga.

Morjina Begum, la preside della scuola, osserva i bambini che arrivano attraverso le porte. Lei più di chiunque può capire che cosa significhi questa scuola. Una volta era una lavoratrice del sesso e sa cosa vuol dire soffrire.

 

Venti anni fa, noi prostitute e i nostri figli, non avevamo alcuna speranza, nemmeno un cimitero per il nostro funerale, ma ora grazie a Save the Children, ci sono ragazze che studiano ingegneria e medicina, molte sono diventate insegnanti e molte altre si sono sposate essi sono stabilite al di fuori di Daulatdia per vivere una vita normale.

 

Quando Sharifa torna a casa da scuola, sua madre, Rekha, è in attesa. Anni fa, prima che Save the Children avesse iniziato a lavorare in Daulatdia, queste madri e i loro figli non avevano alcuna speranza, ma ora ci sono ragazze che sono libere. Rekha spera che sua figlia anche vivere una vita normale e non debba mai soffrire come lei. È per questo che spera e prega che la scuola non chiuda mai, perché senza di essa non v’è alcuna speranza di fuga.

 

Foto:  Daniel Melbye

 

 

 

13 novembre 2017 - Posted by | Corpo, Diritti umani, Mondo, News, Persone | , , , , , , , , , , , , ,

19 commenti »

  1. Stesso orribile problema in Thailandia e in troppe altre parti del mondo dove le donne sono considerate oggetti,esseri inferiori al servizio degli “uomini”,non possono studiare,lavorare ed emanciparsi. Per non morire di fame vengono costrette a farsi sfruttare e addirittura a vendere i figli.Tutta la mia ammirazione a chi,come la tua amica virtuale,ha il coraggio e la forza di alzare la testa,cosa ben più difficile per loro che per noi. Da cambiare sarebbe la testa di certi schifosi omuncoli,intervenire a livello mondiale con pene severissime per pedofili e sfruttatori

    Piace a 3 people

    Commento di indianalakota | 14 novembre 2017 | Rispondi

    • Come non essere in sintonia con te? Occorre più che altro avere la certezza della pena, cosa di cui dubito.
      Ciao Lakota, buona serata.

      "Mi piace"

      Commento di vincenza63 | 14 novembre 2017 | Rispondi

  2. Sai che ci sono “voli”, anche dall’Italia, per portare “uomini” in quei bordelli?

    Piace a 1 persona

    Commento di fulvialuna1 | 14 novembre 2017 | Rispondi

    • Bella porcata 😨😨😨
      Ho sempre detto che vorrei un elenco pubblico dei clienti e delle agenzie coinvolte. Stessa cosa vale per i clienti delle prostitute ovunque: altro che tornare alle case chiuse! La prostituzione non è un mestiere! Io la penso così, da sempre.

      "Mi piace"

      Commento di vincenza63 | 14 novembre 2017 | Rispondi

  3. agghiacciante.

    Piace a 1 persona

    Commento di newwhitebear | 17 novembre 2017 | Rispondi

  4. May the school last..

    Piace a 1 persona

    Commento di kutukamus | 27 novembre 2017 | Rispondi

  5. Sicuramente quando i paesi musulmani non sono consapevoli della propria religione succedono cose che nemmeno nel paese più “libero” potrebbero accadere… E questa è una cosa davvero terribile. Davvero non so che dire…

    Piace a 1 persona

    Commento di Aisha umm Sumeyya | 27 febbraio 2018 | Rispondi

    • Grazie per il commento!
      Mi piacerebbe mantenere il contatto con te per conoscere l’Islam dal punto di vista femminile senza muri e oltre i luoghi comuni, non credi?
      A presto
      Inshallah se Dio vuole
      Un abbraccio
      Vicky

      Piace a 1 persona

      Commento di vincenza63 | 27 febbraio 2018 | Rispondi


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