Buona domenica 😊
Amici miei,
vi auguro una notte piena di bei sogni e una santa domenica.
Mi scuso per i miei scarsi passaggi sui vostri blog. Non è un gran periodo.
Un abbraccio, sempre Vicky!
P.s. Grazie a Dio c’è Benedetta che mi fa tanta compagnia 💛

Saluti
Amici miei,
vi auguro una notte piena di bei sogni e una santa domenica 😊
Vi abbraccio da qui 🌺
Sempre Vicky! 💛💛💛
Buona domenica
Amici miei,

oggi domenica in relax in compagnia pelosa 😄
Almeno non potrò dire che con me non c’era neanche un cane!
Buona serata a tutti! Sempre Vicky!
Poi ci sentiamo
È la frase che sento più spesso nella mia vita. Quella che detesto di più. Perchè, più o meno consapevolmente, è odiosa e meschina.
Odiosa perchè indefinita, perchè la sopporto tanto, troppo.
Meschina perchè in essa è contenuta una “specie” di promessa, che ti tiene appesa a un filo ormai invisibile visto l’avvento dei telefoni cellulari. L’immagine sopra serve a distinguere il mio telefono (quello a destra su per giù, un vecchio Nokia) da quelli ultramoderni con un sacco di applicazioni, compresa quella di whatsapp, che il mio cellulare ovviamente non supporta. Sono fuori da un certo numerosissimo mondo social.
La rabbia che emerge dalla mia solitudine sincera e vera mi sta facendo diventare asociale e misantropa. Non lo avrei mai pure lontanamente immaginato di me stessa e voglio sperare che sia una “malattia” dal decorso breve e che non lasci cicatrici.
Uso il mio blog oggi per “ringraziare” una lista di persone, ovviamente senza fare i nomi perché non è necessario. Chi ha occhi per intendere intenda… diceva qualcuno molto prima di me sostituendo alla parola occhi orecchi.
Sono sinceramente stanca di essere comprensiva e mansueta, di cercare giustificazioni fuori e dentro di me che allevino il dolore di un buco esistenziale nel quale non trovo più traccia della mia colpa. Ho esaurito la pazienza anche di fare autocritica.
Dicevo quindi che volevo fare dei ringraziamenti. Sarò breve, le motivazioni le ha già date sinteticamente qui sopra.
Ringrazio te, caro parente, che oggi mi hai chiamata e visitata solo nelle tue intenzioni… forse. Allo stesso modo ringrazio te, cara amica di ieri. Aggiungo una menzione speciale per te che sei l’amica di oggi e già ti sei dimenticata di me.
È colpa mia, oggi è domenica. Non l’ho mai amata particolarmente proprio perché in questo giorno la tradizione vuole che si stia con la famiglia, con le persone più care, magari con gli amici e perfino i vicini di casa. Che grossa ipocrisia! Basta guardare i parcheggi dei centri commerciali.
Vorrei proprio sapere in quanti oggi sono andati a visitare i propri genitori magari anziani. Io non lo sono ancora, anziana, ma sono mamma e non solo nel giorno della festa ma 365 giorni all’anno, fino alla fine della mia vita terrena e anche oltre.
L’unico raggio di sole in questo mare di fango è stato il pranzo con mia figlia che oltre a farmi dono della sua compagnia per un po’ di tempo mi ha dato un pensierino per dirmi in altre parole “Ti voglio bene”.
Ho passato parecchie ore di questa giornata da sola, un po’ per mia volontà (se voglio scrivere un post utilizzando il mio software vocale devo essere necessariamente sola per avere un po’ di privacy) un po’ per le circostanze. Quello che ho scritto mi fa paura ma la vita mi ha abituato a non avere molta scelta in alcuni campi come per esempio la mia autosufficienza fisica, così ho promesso a me stessa tempo fa di non sottrarmi più al dovere dell’onestà intellettuale e all’amore della verità, per quanto possa farmi soffrire e anche, aggiungerei, farmi apparire dura per quelli che pensano di conoscermi.
Certe maschere le ho buttate via perché vivere la vita che gli altri volevano per me era troppo faticoso.
Un ultimo davvero sofferto e sentito “ringraziamento” a tutti coloro che oggi hanno pregato un Dio dal volto trasparente anzi, senza volto. Nemmeno il mio, che pur è stato creato a sua immagine e somiglianza… come quello di tutti. Vi prego dal profondo del mio cuore: “Smettete di riempire le chiese e cercate chi sta fuori!“. Vi dico da cristiana cattolica di non pregare più per me ma, se proprio volete, di farlo con me, altrimenti non fatelo affatto.
Un pensiero amorevole sale al Cielo e agli ultimi che Dio ama. Sempre Vicky!
Le stagioni dell’amore.
Quanto l’ho sentita sta canzone, potrei riascoltarla più volte e mai annoiarmi. Devo ringraziare il mio amico Giovanni di Forlì se l’ho scoperta un giorno in cui su Skype me l’ha inviata. Gli avevo detto di aver incontrato una persona e di credere di essermi innamorata. Lui, per risposta, mi dedicò il brano di Battiato. Un amico ironico ed affettuoso, Giovanni. Ancora oggi.
Perchè poi vi parlo di questo?
Rifletto sulle stagioni dell’amore. Ve le mostrerà per immagini le mie di stagioni, poi con parole, come vengono… come sempre.
Ho iniziato presto: alla scuola materna mi batteva il cuore per Fernando, davvero carino!
Più avanti alle scuole medie mi piaceva il solito ‘più grande’ perchè ripetente… Mi ricordo ancora il cognome: Codecasa.
Il liceo è stato segnato dagli amori in crescendo: Ottavio, più grande, amico di amici. Poi è toccato ad un ‘grande’, ma proprio adulto: Luciano, quello proibito. Infine al quarto anno l’uomo che avrebbe occupato in tutti i sensi più di metà della mia vita: Lorenzo, il mio futuro marito, il padre di mia figlia. Gli anni di.. tutto: passione, sesso, amore, rabbia, tenerezza… La costruzione di un amore, quella fantastica dei ricordi!
Ed eccomi di colpo sola… Ho 41 anni.
Dopo un anno conosco Paul, inglese trapiantato a Milano per lavoro. E’ la mia prima uscita dopo un anno di silenzio. Siamo amici ‘speciali’ in realtà. Non siamo una coppia vera e propria. Un bel periodo. Mi aiuta a tornare a vivere, desiderare di stare in compagnia, di uscire dalla mia solitudine. Un anno può essere breve. Un anno può essere lungo. Dipende. Io contavo i giorni che speravo mi allontanassero dall’enorme ferita che avevo nel cuore perdendo Lorenzo. Illusa!
Segue un periodo di confusione, di paura di restare ancora sola. Internet e le chat line mi aiutano a non restare del tutto isolata. Si succedono incontri solo conoscitivi. Poi una storia ad intermittenza con un tipo a dir poco ‘particolare’… Non ero io. Non in quel periodo, ma avevo bisogno di uscire da casa, dalla vecchia Vicky!
Dovevo trovare il modo di rinascere! Ricomincio a riprender in mano la mia vita, Dio si ricorda di me, una figlia orfana…
E’ agosto. Un periodo apparentemente morto. Noioso. Non in rete… Lì la vita, la ricerca di umanità continua incessantemente. Tutto il giorno, tutti i giorni. Finchè… il 7 agosto… inaspettatamente…
Comincio a parlare in chat con Claudio. Lui sembra essere simile a me. L’interesse è immediato. Ho ancora conservato il testo delle nostre conversazioni… Parliamo per ore. Lui vorrebbe incontrarmi già il giorno dopo! E’ matto, mi dico. Come faccio, così, all’improvviso?
Vorrei lasciar stare. Non mi va. Con lui sto bene.
Il 9 agosto 2008 nel pomeriggio ci incontriamo. Siamo emozionati, ci siamo raccontati molto, ora ci dobbiamo ‘vedere’, ‘toccare’, ‘sentire’.
Funziona. Resta. Questa stagione, con le sue tempeste, le giornate di sole, oppure buie… dura!
Il resto: lo stiamo vivendo! Il presete e il futuro. Un caro saluto, un grazie, un brano ‘nostro’. Sempre Vicky!