Accolgo la manina della mia nipotina adagiata sulla mia mentre dorme e semplicemente penso emozionata e in ammirazione di tanta Bellezza che Dioesiste.
sono emozionata e commossa! Solo ora ho guardato il tg su Rainews24 e con mia somma gioia ho appreso che oggi, per la prima volta in sei mesi, a Londra i morti per coronavirus covid–19 sono stati… ZERO!
Sono un po’ fuori, magari qualcuno penserà che sono ingenua o credulona ma io ho voglia di festeggiare, e voi?
Ciao Filippo, buon 2021 e ben ritrovato! Lascio una mia riflessione e risonanza in un post che troverai tra poco sul mio blog e che avevo dentro me da un po’ e che voglio condividere anche con te. E altri amici che mi leggono e mi vogliono bene.
Ribloggo di vero cuore il tuo post che mi ha dato spunto. A presto! Buona Epifania di Gesù! Vicky
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Ho ascoltato anni fa questo brano e ne sono rimasta ammaliata e toccata, lasciando da parte tutte le implicazioni religiose e filosofiche.
Ancora di più quando ho sentito la versione in arabo. Senza conoscere il significato letterale, ho sentito come un balbettio infantile trasportarmi in alto con il vento dello SpiritoSanto.
Leggerezza, gioia, sorriso, pace: il Paradiso in pochi lunghissimi attimi.
E, infine, la sensazione e la certezza che Qualcuno non mi avrebbe più tolto quella gioia.
L’avevo sperimentata nel 1990, poi successivamente nel 1994 e ancora il giorno del funerale di Lorenzo, l’amore mio, accompagnato alla dimora terrena con canti, sorrisi, lacrime: una marcianuziale.
Dateimportanti.
In quel periodo ho incontrato il movimento ecclesiale e spirituale del “Rinnovamento nelloSpirito“. La preghiera, il canto, la lode, la gioia e la consolazione mi hanno accompagnato e segnato soprattutto il 2 novembre 1995, giorno in cui in seguito a una presunta ischemia midollare cervicale sono diventata tetraplegica. Non ho cioè più il controllo motorio del mio corpo, oltre ad altri importanti danni collaterali.
Hocantato con un filo di voce tutto ciò che ricordavo o anche ciò che usciva in parole apparentemente insensate dalle mie labbra.
Delirio da febbre? Shock? So solo che ho sentito leggerezza e gioia anche in quel letto.
Immobile potevo andare ovunque.
Ignoro moltissimo di teologia, filosofia, meditazione.
Nonostante questo ioso. So perchè in quel volo c’ero. Come il maestro Battiato.
Il brano, giudicato dallo stesso F. Battiato come uno dei punti più alti di un lungo percorso meditativo personale, ci viene proposto in forma di preghiera. Le frasi, volutamente semplici e ispirate dal “Libro Tibetano dei morti”, invocano all’essere supremo e invitano l’ascoltatore al rispetto delle leggi del Mondo, ad utilizzare in pieno il proprio tempo e ad elevarsi spiritualmente verso una dimensione supreriore (la quarta dimensione): il risveglio. La richiesta di essere difeso dalle forze avverse che si nascondono nel buio delle tenebre, nonché la citazione dell’espressione filosofica buddista-tibetana riguardante il cerchio della vita, rivelano l’intuizione dell’esistenza di una vita superiore che va ben oltre a quella terrena: “Perché la pace che ho sentito in certi monasteri, o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa, sono solo l’ombra della luce.” Buona visione/ascolto.
L’ombra della luce Artista: Franco Battiato Album: Come un cammello in una grondaia Data di…
Cara mamma, spero tanto che possa sentirmi da dove ti trovi ora. Prima di tutto voglio augurarti buon compleanno, sarebbe stato il tuo 94º su questa terra.
Ho un groppo alla gola e tanta voglia di piangere, mamma. Mi manchi!
Un altro compleanno senza di te, un’altra giornata cominciata senza il tuo bacio quotidiano. Quanto sono stata stupida e superficiale, anche un po’ egoista nel rifiutarti qualche volta in malo modo quella tua “invadente” manifestazione dell’amore che avevi per me. Mi sentivo troppo grande per essere ancora la tua bambina e adesso… Quanto vorrei esserlo! Ho bisogno della tua consolazione, del tuo ascolto, del tuo amore incondizionato.
La solitudine è la mia compagna di vita in troppi momenti.
Oggi l’ho cercata, perché ti meriti, mamma, i miei pensieri e perché no le mie lacrime lontano da tutti. Ci siamo solo tu e io. Voglio raccontarti un po’ di cose. Prima di tutto voglio dirti che nonostante siano passati cinque anni e mezzo da quando ti ho vista l’ultima volta non ho smesso neanche per un minuto di volerti bene.
Sto cercando di mettere in parole una piccola tempesta che ho dentro, che trova sfogo scendendo come cascata dai miei occhi, gocce di acqua salata nel deserto che a volte è la mia esistenza senza di te. In mezzo a questo gorgheggiare che è la mia dettatura tramite la sintesi vocale sento risuonare la mia voce che trema, sono costretta a tradurre in suoni i miei pensieri e le emozioni, insomma i miei ricordi così vivi e ancora traducibili nei particolari.
Tu sei principalmente in questo momento una serie di odori, collegati uno ad uno a ricordi precisi. Sei l’odore della tua pelle che sa di buono, tanto che da bambina mi piaceva molto morderti e avrei voluto mangiarti! Sei l’odore della tua crema sempre la stessa, sempre nella stessa confezione blu in metallo. La vedo ogni volta che vado al supermercato e mi sembra di incontrarti, di averti vicina in quel momento. L’ho comprata, per avere una a casa con me. Un altro piccolo pezzo di te che mi fa compagnia. Ti sento quando indosso alcuni vestiti che tu non hai mai potuto conoscere, eppure sembra che mi parlino di te, perché quando li indosso ogni impressione che tu mi guardi, ho l’impressione di piacerti e questo mi dà gioia, cara mamma. Mi manca l’odore delle frittelle pugliesi che non ci facevi mai mancare il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre di tutti gli anni. Uno dei tanti odori che mi hanno sempre fatto sentire a casa, la tua, la nostra.
Mamma, c’è tanta emozione nel pronunciare questo nome perché solo tu lo porterai sempre. Da quando lo sono diventata anch’io, ne ho capito il valore unico e universale, irripetibile.
Ti saluto, ora e ti do appuntamento a presto. Ti dedico questa canzone, credo che tu l’avresti apprezzata anzi, sono convinta che ti piaccia ora. Ciao, amore mio!
Sempre la tua “Cenza”, e sempre la tua grande bambina Vicky!
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