A mia madre
È stato soltanto il tempo
di un ricordo
i tuoi gerani rossi
le chiacchierate in balcone
case popolari che sembravano ville
ai miei occhi innamorati
Così mi son lasciata piangere
e dopo anni ho sentito
un singhiozzo risalire la gola
e dopo anni vederti dentro di esso
Un abbraccio e una dedica. Sempre Vicky!
(Tutti i diritti riservati CC)
A casa!
Dentro l’armatura della fede
ho visto
ciò che come in un film
avevo guardato
Ho scoperto
che l’ossigeno è vita
e quando manca
il petto divampa
Non ho incontrato angeli
solo varia umanità
a volte più nera e rabbiosa
altre lievemente sorridente
Tutti vogliamo guarire
e chiediamo sguardi,
parole complici
respiri per restare umani
Dedicata alle mie compagne di letto, alla Madonna madre mia, a chi si è preso cura di me, ai miei Amori.
E infine GRAZIE a tutti voi per l’affetto che cerco di ricambiare ❤ Vi abbraccio! Sempre Vicky!
Cara mamma
Cara mamma,
spero tanto che possa sentirmi da dove ti trovi ora.
Prima di tutto voglio augurarti buon compleanno, sarebbe stato il tuo 94º su questa terra.
Ho un groppo alla gola e tanta voglia di piangere, mamma. Mi manchi!
Un altro compleanno senza di te, un’altra giornata cominciata senza il tuo bacio quotidiano. Quanto sono stata stupida e superficiale, anche un po’ egoista nel rifiutarti qualche volta in malo modo quella tua “invadente” manifestazione dell’amore che avevi per me. Mi sentivo troppo grande per essere ancora la tua bambina e adesso… Quanto vorrei esserlo! Ho bisogno della tua consolazione, del tuo ascolto, del tuo amore incondizionato.
La solitudine è la mia compagna di vita in troppi momenti.
Oggi l’ho cercata, perché ti meriti, mamma, i miei pensieri e perché no le mie lacrime lontano da tutti. Ci siamo solo tu e io.
Voglio raccontarti un po’ di cose. Prima di tutto voglio dirti che nonostante siano passati cinque anni e mezzo da quando ti ho vista l’ultima volta non ho smesso neanche per un minuto di volerti bene.
Sto cercando di mettere in parole una piccola tempesta che ho dentro, che trova sfogo scendendo come cascata dai miei occhi, gocce di acqua salata nel deserto che a volte è la mia esistenza senza di te.
In mezzo a questo gorgheggiare che è la mia dettatura tramite la sintesi vocale sento risuonare la mia voce che trema, sono costretta a tradurre in suoni i miei pensieri e le emozioni, insomma i miei ricordi così vivi e ancora traducibili nei particolari.
Tu sei principalmente in questo momento una serie di odori, collegati uno ad uno a ricordi precisi.
Sei l’odore della tua pelle che sa di buono, tanto che da bambina mi piaceva molto morderti e avrei voluto mangiarti!
Sei l’odore della tua crema sempre la stessa, sempre nella stessa confezione blu in metallo. La vedo ogni volta che vado al supermercato e mi sembra di incontrarti, di averti vicina in quel momento. L’ho comprata, per avere una a casa con me. Un altro piccolo pezzo di te che mi fa compagnia.
Ti sento quando indosso alcuni vestiti che tu non hai mai potuto conoscere, eppure sembra che mi parlino di te, perché quando li indosso ogni impressione che tu mi guardi, ho l’impressione di piacerti e questo mi dà gioia, cara mamma.
Mi manca l’odore delle frittelle pugliesi che non ci facevi mai mancare il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre di tutti gli anni.
Uno dei tanti odori che mi hanno sempre fatto sentire a casa, la tua, la nostra.
Mamma, c’è tanta emozione nel pronunciare questo nome perché solo tu lo porterai sempre. Da quando lo sono diventata anch’io, ne ho capito il valore unico e universale, irripetibile.
Ti saluto, ora e ti do appuntamento a presto.
Ti dedico questa canzone, credo che tu l’avresti apprezzata anzi, sono convinta che ti piaccia ora.
Ciao, amore mio!
Sempre la tua “Cenza”, e sempre la tua grande bambina Vicky!
Ricordo le canzoni
Dedicato a te, Cristina Baroni, che dal balcone sopra il mio mi hai fatto divertire, cantare, tornando bambina spensierata.
Ho sognato grazie a Dio e a te che potrebbe davvero andare tutto bene, magari con l’auspicio di un arcobaleno.
Tu già sei lì e continui a intonare il tuo “Azzurro” .
Ti siamo debitori di una grigliata condominiale in giardino. Perdonami.
Arrivederci. Ci manchi.
Credo proprio che i versi scritti dal mio amico Daniele Corbo siano pennellati su di te.
Un abbraccio a te,
sempre Vicky!

Noi cantavamo dai nostri balconi,
convinti che sarebbero venuti giorni migliori,
ma noi uomini del nostro tempo
ora abbiamo smesso di cercare il bello
abbiamo deposto le note nelle bare
e ci siamo nascosti dietro le mascherine
illudendoci che un arcobaleno avrebbe cancellato tutto.
La natura non si è mai fermata
ed ha pensato di fare a meno di noi,
le case silenziose incoraggiavano gli animali,
ma poi siamo tornati più affamati e crudeli,
veri lupi immemori di tanto dolore,
i cattivi più assetati ed i sensibili più spaventati.
Adesso mi affaccio alla finestra
ed osservo le imposte chiuse,
l’isolamento è finito ma siamo di nuovo soli
nessuno canta più sul balcone,
tacciono anche le anime assorte
io ho smesso di sognare la morte
disilluso su un mondo fatiscente
voglio ancora sperare nella gente.
Daniele Corbo
Immagine: Flowers on balcony (Diana Encea)
Fragilità
Amici miei,
non voglio aggiungere altro.
Dina, ti abbraccio in Spirito e Verità.
Sempre Vicky! ❤
La mia corazza inizia ad avere ammaccature profonde.
Sì.
Proprio davanti al torace.
Sono fragile. Ogni giorno mi sento sempre più vulnerabile.
Il tempo mi fa affezionare ai miei pazienti. È inevitabile.
Ma lavorare accanto a chi soffre, a chi fatìca a prender fiato, a chi è demoralizzato per non aver accanto i propri famigliari, sta sfogliando e scolora lentamente, come fa l’autunno con le foglie, gli strati della mia armatura.
E così, assisto al messaggio vocale, che un mio paziente, m’invita a riascoltare, con la sua nipotina.
“ Nonnino, quando torni a casa? Mi mancano tanto i tuoi abbracci . Qui, a casa, mamma e papà non mi sanno abbracciare come sai fare tu!”.
Io ci provo. Non voglio piangere.
Ma poi Aldo si commuove. Il suo vicino di letto, pure.
Ed io, mi sciolgo.
Devo cambiare la flebo, ma si appanna tutta la visiera.
Respiro a fatica. Sudo.
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Ciao, Naima
5 febbraio 2020 ore 2.10
Il tuo ultimo respiro, l’ultima fatica, amica mia
Sto mangiando proprio ora tre noci
Quante volte le hai condivise con me
mentre si parlava di tutto e di niente
Sorrido ora come quando ci hanno presentate
la tua risata fragorosa e brillante
Non mi hai mai fatta sentire piccola
Tu sensuale e mai volgare
I capelli celati dietro un leggero velo
Lo stesso posto tra Allah e Dio
squarciato dalla tua Bellezza e Gioia
note a noi due durante i nostri incontri
Un’orata offerta in un pranzo
ha significato molto
Cibo per i corpi e le anime
Acqua per dissetare
il deserto della voglia di conoscenza
Ti sei fatta cibo del mostro
apparentemente sconfitta
Ti riconosco
ora in queste righe e in molti sali
Mi manchi
Di te il tappeto della preghiera
che un giorno in silenzio ci ha rese uno
Ti voglio bene! Sempre Vicky!
Mi manchi.
Amici miei,
vi saluto con un po’ di malinconia e un brano MAGNIFICO, che potete dedicare a chi amate.
Ho tanto da raccontare, ma in questo periodo mi mancano le parole e allora… musica bella!
Ciao a tutti, sempre Vicky!
❤
NON SMETTO DI ASPETTARTI – Fabio Concato
Mi manchi
non Te lo dico mai
e i viaggi sono tanti
ma so che tornerai
però mi manchi
mi manca
quanto ridi fino alle lacrime
peccato non Ti vedi.
Mi senti
lo senti quanto manchi
le labbra calde e i fianchi
e molto altro ancora
che qui non posso dire
ma questa notte
mi manchi da morire.
Mi manca
quella Tua leggerezza
per affrontare il mondo
e anche la mia tristezza
Mi manchi
mi mancano i tuoi occhi
che sanno accarezzarmi
e illuminare i miei.
Mi manchi
non puoi sapere quanto
sarà che non esisti
e allora io Ti invento
Ti immagino e Ti canto
e così
mi pare che ci sei
e se non posso amare così tanto e farmi amare
io a cosa servirei.
Mi senti
non so come cercarti
non si a chi domandare
non smetto di aspettarti
perché mi manchi
a Lorenzo
Che non si muore per amore
è una gran bella verità
perciò dolcissimo mio amore
ecco quello, quello che, da domani
mi accadrà
Io vivrò senza te
anche se ancora non so
come io vivrò
Senza te, io senza te
solo continuerò e dormirò
mi sveglierò, camminerò
lavorerò, qualche cosa farò
qualche cosa farò, sì, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò: piangerò
sì io piangerò
E se ritorni nella mente
basta pensare che non ci sei
che sto soffrendo inutilmente
perchè so, io lo so, io so che non tornerai
Senza te, io senza te
solo continuerò
e dormirò, mi sveglierò
camminerò, lavorerò
qualche cosa farò qualche cosa farò
sì qualche cosa di sicuro io farò,
piangerò, io piangerò
Sì piangerò, io, piangerò…
Mi facevi ascoltare questo brano trentasei anni fa. Quasi sempre facevamo l’amore, a volte con passione, altre con dolcezza, altre ancora con qualche lacrima.
Amavamo entrambi Battisti, lo ascoltavamo e, insieme ai Rolling Stones, è stata ed è nel mio cuore la colonna sonora del nostro amore.
La tortura dolce di questo brano sembrava un presagio che anni dopo si è avverato.
Noi… lo sapevamo.
Avevamo bisogno perfino delle lacrime per vivere la pienezza della gioia di quel presente proiettato su un futuro nascosto da veli.
Siamo stati felici. Tutto qui.
Arrivederci, Lorenzo. Sempre la tua Vicky.
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