Maschere
Ci ho messo una vita
ad imparare
a far cadere le mie maschere
Poi
è arrivato
il covid19
Sempre Vicky.
Senza confini
https://images.app.goo.gl/6sgD32yMZENqHM2p8
Landa desolata
Prateria immensa
Mente ottusa
Anima aperta
Cuore gelido
Pelle calda
Tutto un alito
Solo vento
Buio suadente
Luce assordante
Dolore nostro
Gioia comune
Toccami
Un pensiero a chi amo. Un bacio a chi mi manca. Un abbraccio a tutti.
Sempre Vicky!
Nessuna conseguenza…magari
Amici miei,
Da quando ho ascoltato questo brano non ho fatto altro che ripensare al magnifico e crudo testo (di seguito lo trovate).
Mi fa pensare.
Non alla violenza fisica ma a quella terribile psicologica. Si maschera da “amore particolare”, sui generis, in fondo innocuo e quasi quasi rispettoso se non addirittura immeritato.
Quanto male mi sono procurata senza rendermene conto…
E ora? Faccio i conti con la mia autostima e la ritrovata autonomia e mi dico: “Non so se e quando il dolore e la sconfitta finiranno di tenermi compagnia. Ho però una certezza ora: non sarò più uguale al giorno, all’ ora, all’ attimo precedente.”
Sono viva. Sono donna. Sono fiera.
Mi scrollo il fango di dosso e continuo più leggera e più pura.
Un abbraccio, sempre Vicky!
Nessuna conseguenza – Fiorella Mannoia
A te che mi dicevi ma tu dove vuoi andare che non conosci il mondo
e ti puoi fare solo male ancora hai troppe cose da imparare
devi solamente stare zitta e ringraziare
Parlando mi dicevi tutto questo e molto altro
guardandomi ogni volta dall’alto verso il basso
perché non pensavi che avrei avuto un giorno il coraggio
E mi sembrava di restare ferma al punto di partenza
di non essere capace di bastare mai a me stessa
di non avere una certezza
di non essere all’altezza
E invece pensa
nessuna conseguenza
di te so stare senza
non sei necessario alla mia sopravvivenza
E invece pensa
io non mi sono persa
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza
E ripetevi tutto questo con quell’aria da padrone
convincendomi a pensare che io avevo torto e tu ragione
ma lo sai alla fine che l’amore
se lo tieni chiuso a chiave guarda altrove
Come se accontentarmi fosse la scelta migliore
come fosse troppo tardi sempre per definizione
come se l’unica soluzione fosse quella di restare
E invece pensa
nessuna conseguenza
di te so stare senza
non sei necessario alla mia sopravvivenza
E invece pensa io non mi sono persa
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza
nessuna conseguenza
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza
A te che mi dicevi ma tu dove vuoi andare
che non conosci il mondo e ti puoi fare solo male
ancora hai troppe cose da imparare
devi solamente stare zitta e ringraziare
E invece pensa
nessuna conseguenza
di te so stare senza
non sei necessario alla mia sopravvivenza
E invece pensa io non mi sono persa
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza
nessuna conseguenza
Di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza
Potessi solo correre!
Questa sono io, mentre vado incontro alla mia vita ogni giorno! Non voglio e non oso cimentarmi in una qualsiasi spiegazione dei versi che seguono…
Confido solo ai tuoi occhi, che mi guardano e mi leggono, e al tuo cuore, che si avvicina al mio per parlare in lingue nuove, che anch’io vorrei essere ape e chiedere un passaggio a una nuvola per sperimentare la libertà e la leggerezza del volo.
Invece…
Resto galeotta nel mio corpo, sconto la pena per un reato non commesso. La mia “cella” però è nell’aria, seppur ancorata alla terra.
Un tocco d’ali. Un abbraccio. Sempre Vicky!
Potessi solo correre infinitamente – Emily Dickinson
Potessi solo correre infinitamente
come l’ape del campo
e visitare solo chi volessi
senza che nessuno visitasse me
e corteggiare tutto il giorno i ranuncoli
e sposare chi mi va
e abitare un po’ ovunque
o meglio, darmela a gambe
senza polizia alle calcagna
o inseguire lei se lo fa
finché saltasse penisole
per sfuggire alla mia caccia –
Dico “Fossi solo un’ape”
su una zattera d’aria
e remassi nel nulla tutto il giorno
e ancorassi “oltre la barra”
Che libertà! Così pensa il prigioniero
stretto nella cella sotterranea.
(Traduzione di Massimo Bacigalupo)
Riflessioni personali……..perchè la polizia non perquisisce il parlamento? Ovvero: non è successo niente.
Cari amici,
vi invito a leggere quanto pubblicato dall’amico blogger Nico, che in questo post racconta l’amarezza di un insegnante dopo una perquisizione nella sua classe da parte di una squadra antidroga.
Ricordo Marco Pannella dire:”Siamo in uno Stato di Polizia” e lottava a modo suo contro il regime.
Si sbagliava?
Stiamo diventando vittime del terrorismo psicologico che si traveste dietro la difesa dal crimine e la garanzia della sicurezza dei cittadini.
Quali cittadini?
Quelli che eravamo, quelli che saremo?
Con amarezza e tanta solidarietà, mentre ascolto musica, sempre Vicky!
Ordinary day
Svegliarsi all’inizio di un nuovo giorno, apparentemente uguale a tutti gli altri.
Accompagnare con rassegnazione i gesti altrui sul mio corpo. Anche oggi. Essere paziente. In ogni senso. Tra poco la libertà e tutto questo vederlo divenire immagine sfuocata.
Concedersi altro riposo. Nessuna fretta.
La prima lezione di vita dopo il brusco arresto vent’anni prima e la successiva ripresa.
Da sola.
Finalmente pronta. Tarda mattina.
Mangiare qualcosa prima di uscire, liberazione dopo circa una settimana di influenza in fase acuta.
Sognare le cose semplici. Aria un po’ gelida. Persone per strada. Vedere perfino l’autista musone più sopportabile.
La prima meta: controllare il peso. Trovare le solite facce sbuffanti alla casa di riposo e osservare. Porca miseria! Ancora due chili persi. Il mio minimo degli ultimi trentacinque-quaranta anni.
La seconda meta: vedere un film al cinema ma tempo rimanente insufficiente.
Restare e fare merenda con gli anziani da incontrare in tali occasioni.
La messa pomeridiana rara e così attraente.
Mangiare vita.
Salutare e ripartire. Un po’ di tristezza per quella umanità al tramonto.
O all’alba? Prospettive diverse.
Una corsa in autobus per un pullman da prendere. Quello per casa.
Incontrare e riconoscere un ragazzo d’oratorio.
Freddo. Voglia di scaldarsi l’anima. Sfiorare un’anima senza invadere.
Lasciarsi toccare e insanguinare il cuore da fresco dolore. Ventitrè anni finiti tra le braccia del sonno sereno eterno. Senza appello. Basta Whatsapp, fine corsa in un capolinea precoce.
Piangere dentro per braccia incapaci di stringere un ex-sconosciuto.
Avere la speranza di essere arrivata comunque.
E non solo a casa.
Guardare ogni centimetro dell’ideale tracciato. Sognare, respirare, contare gli attimi di separazione dagli ordinari amori di ogni giorno.
Telefonare e bere le semplici parole del momento, le eterne parole da dire con tutto l’affetto possibile.
Riempire Vicky con cibo per corpo, anima e mente per provare a guarire.
Musica e parole.
Ancora.
E ancora.
Una Canzone meravigliosa, dedicata alla ragazza allo specchio oggi!
Ben ritrovati, sempre Vicky!
Sipario
Ed ecco
una giornata volge alla fine
voci
immagini
persone
natura…
Trentatre anni
in fondo alla strada
dieci mesi
schiavo
non ancora nato
“piccino”.
Il bagaglio
sempre più
leggero.
Serena notte. Sempre Vicky.
A casa col nemico
(Google)
Voleva essere all’inizio il commento a un post sul blog dell’amica Cimy , poi è diventato quello che leggerete di seguito.
Ciao, cerco di capire il motivo per cui ti senti così… come ti ho già scritto altrove anche io lotto col nemico numero uno che si chiama Web e dietro il quale si celano chissà quanti altri nemici sconosciuti, amplificati così dalla gelosia di una che ama e non sa chi c’è dall’altra parte o addirittura di fronte a sé.
Quante volte ho gridato che avrei voluto spaccarlo quel portatile che mi ruba la sua attenzione, le sue carezze, quasi tutto.
È una vittoria senza armi quella della rete, in cui si casca in modo più o meno consapevole. Io a volte ho dato la colpa alla mia solitudine, quando passavo ore in chat o qua e là per siti. In realtà sola lo ero davvero in quel tempo… ho trovato compagnia, sono stata fortunata. Ma quante ore però buttate via a non vivere fuori da questa stanza…
Cosa c’è di social in una vita chiusa in casa dietro un monitor, scrivendo a persone che si sa non vorranno mai incontrarci (80-90%), perché non vedono altro che un’immagine, non la verità. Quando poi arriva il momento in cui si vorrebbe concretizzare la conoscenza perché magari si è anche nella stessa città… ecco, la gente si tira indietro.
Viviamo in un mare di “mi piace” senza più essere capaci di assaporare la compagnia reale di un amico o un’amica con un corpo e abbiamo dimenticato l’impegno sociale, politico, amoroso.
La rabbia e la delusione mi aiutano a riprendermi da queste “crisi di rigetto“.
In questi momenti benedico il giorno in cui ho cominciato a scrivere su questo blog, un modo davvero sociale oltre che “social” di comunicare e concretizzare in alcuni casi la conoscenza in modo più profondo. Con altri, magari più lontani, è nata una comunicazione a voce – no Whatsapp – che mi dà emozioni e, talvolta, anche qualche arrabbiatura, dipende dagli argomenti… questa è la vita, non devo piacere per forza a nessuno.
Il resto, ce ne stiamo accorgendo tutti spero, è una grande menzogna. È il grande occhio del famoso “Big Brother”, che manipola la nostra attenzione, la nostra curiosità sana per trasformarla piano piano in dipendenza.
Stiamo diventando schiavi. Finché siamo in tempo spezziamo le catene!
Io mi sono proposta di dedicare più tempo al blog, alla scrittura e alla lettura di altro (altri blog che seguo o di recente, l’ascolto di audiolibri – questo è il secondo che ho finito ieri sera), che mi arricchisce molto durante l’ascolto di musica di qualsiasi tipo. Ho ripreso in considerazione di dedicare un piccolo tempo della giornata all’attività fisica che fa bene alla salute del corpo e della mente, oltre a disciplinare l’uso del mio tempo ridiventandone la padrona.
Sono sicura di vederne molto presto i frutti del mio impegno.
Nel frattempo vi dedico questo brano… sempre libera, sempre Vicky!
Hesse scava
(Wikipedia)
In poche parole, che mi sono permessa di tradurre commossa, Hermann Hesse svela la Bellezza e la Verità a ognuno di noi e sicuramente a sè stesso.
Non aggiungo altro. Sempre Vicky.