18 ottobre 2019: cronaca di una giornata perfetta.
07.00 Mi sveglio al suono della recita del Santo Rosario. Sto bene. Sto ancora meglio al pensiero del sogno nel quale sto fluttuando. Ricordo ancora la morbidezza e il tepore del coniglio che sto tenendo in braccio. Io sono in piedi su un tavolo in una scena che adesso non ricordo più.
07.30 Ora sono del tutto sveglia e mi ricordo che è il 18 ottobre: non vedo mio padre da trentasette anni. Magnifico! Invece di essere triste per la sua assenza sono felice di essermi ricordata di lui e di sentire quanto mi stia ancora accompagnando ogni giorno la mia vita. Papà, ho voglia di scriverti da tanto.
08.30 Uno dei momenti più preziosi della giornata: la Santa Messa. È il cibovero di cui non posso e non voglio fare a meno. È il mio Amico che bussa alla porta. Gli apro e Lui mi dona Parole e santa compagnia. Com’è il suo viso? Non saprei dire. Lo riconosco dal battito del suo cuore. E dal sussulto del mio.
09.30 Qualche istante di relax. Ora mani che non mi appartengono mi lavano, mi profumano con crema alla fresia – uno dei miei fiori preferiti -, una limatina alle unghie di mani e piedi e poi… Scelgo cosa indossare oggi. Armadio spalancato e via! Se non ricordassi che ho una disabilità motoria potrei pensare di trovarmi avvolta dalle coccole di una Spa e quindi da braccia che mi vestono come una principessa! Amo i sogni che rivestono di nuvole il cielo nudo.
11.00 A quest’ora di solito prendo una medicina che fa rilassare i muscoli (miorilassante), in modo da non avere spasmi dolorosi durante la giornata. Grazie a Dio le hanno inventate queste gocce!
11.15 Il pensiero di mio padre mi rimanda a un altro ad esso strettamente collegato: il mio mancato matrimonio. cito questo collegamento solo per il piacere di ricordarmi di Lorenzo in questa giornata particolare. Finalmente l’ombra del mio sollevatore mi ricorda che sarebbe ora di alzarmi e mettermi in carrozzina per iniziare finalmente la mia giornata seduta. A qualcuno fa impressione il mio sollevatore, invece per me e per chi deve spostarmi è un alleato prezioso e quasi invisibile. Quasi, ripeto!
14.30 È venerdì, dopo pranzo mi preparo per uscire. Un’ora dedicata al volontariato presso una casa di riposo di Rozzano. Il pomeriggio alle 15 30 arrivo lì e mi fermo un po’ di tempo a parlare con delle signore anziane ospiti della casa di riposo. Vi devo confidare che mi sento un pochino a casa in quel luogo da quando nel cuore sento nascere una gioia come se andassi a trovare la mia mamma scomparsa ormai da quattro anni e mezzo. Sento una profonda consolazione, e questo non è poco!
16.30 Oggi mi sento proprio come una bambina allegra e svolazzante. Chi mi guarda non lo sa, probabilmente vede solo un sorriso che sfreccia sulle ruote, senza poterne condividere la sorgente. Per oggi va bene così! Mi aspettano altre mete in questa giornata speciale, in cui mi sento assolutamente in compagnia di anime belle. Mi dirigo così verso il tram numero 15 per andare a fare la spesa. “Che ci sarà di speciale e di allegro?”, magari vi chiederete. Vi rispondo con una domanda: quante persone tetraplegiche che usano una carrozzina elettronica vedete salire su un tram per andare a fare la spesa da sole? Questo è il motivo della mia leggerezza.
17.30 Dopo aver ultimato la spesa e predisposta la consegna a domicilio, devo ingranare la quarta con la mia “Ferrari” perché ho un appuntamento molto importante con uno dei gruppi che suonano genere metal e che ho scoperto non più di una decina d’anni fa: Metallica! Infatti oggi dalle 18 presso la multisala dove vado abitualmente proiettano un evento musicale che celebra i vent’anni del loro concerto insieme all’orchestrafilarmonica di SanFrancisco nel 1999.
19.00 Non potevo certo farmi scappare quest’occasione, S&M2 di Metallica 2019! Che meraviglia! Mi sembra di essere un’adolescente emozionata al suo primo concerto! È come ripercorrere un viaggio che avevo già fatto, ma farlo con consapevolezza e conoscenza almeno parziale di ciò che sto vivendo.
Sono venuta qui da sola, insieme a me nella sala un po’ di gente, un po’ meno di quella che mi aspettavo ma poco importa. A me sembra di essere lì, ad applaudire nella mia mente tante e tante volte, con il piccolo rimpianto di non potermi alzare e stendere le mani e le braccia verso il cielo per gridare la mia gioia.
23.00 Piano piano sto tornando verso casa, gustando ancora l’ultimo evento della giornata e poi… ecco arrivare il brano che mi accompagna sino a letto, quello che condivido qui sotto con tutti voi, amici miei. E, naturalmente, con tutti i miei amori.
È stata una giornata perfetta. Un abbraccio, sempre Vicky!
L’11 febbraio è la giornata mondiale del malato. È la giornata dell’apparizione della Vergine Maria a Lourdes 160 anni fa. È il giorno in cui io ho amato Lorenzo più di quanto abbia fatto in tutta la mia vita con lui, giorno in cui mi ha lasciato fisicamente 14 anni fa.
Al mio risveglio stamattina il primo pensiero è stato per lui e per quanto amore ci siamo donati a vicenda a partire dal 20 agosto 1981 – giorno in cui ci siamo trovati su un lungo mare pugliese – fino alla fine dei suoi giorni. Proprio come ci eravamo promessi nel giorno del nostro matrimonio, il 26 marzo 1983 in chiesa a Milano.
A Lourdes c’era stato prima di me. Poi ci siamo andati insieme altre due volte. due esperienze di gioia pura, mai provata prima, non trovo paragoni. In un mare di sofferenza fisica, spirituale e psichica ho sperimentato l’ordine, la pace interiore e ovunque intorno a me, un’allegria nuova e fresca, come l’acqua della sorgente miracolosa.
La prima volta nel 1994 ero ancora fisicamente e apparentemente sana. Tuttavia non ero completamente felice, probabilmente non sapevo neanche che cosa fosse la felicità. quella che nessuno può più rubarti. Sono tornata a casa piena di una luce, di una forza sconosciute. Di lì a qualche mese ho capito che quel viaggio mi era servito per prepararmi a uno ben più lungo e difficile che dura ancora adesso, ancora oggi.
Sono tornata nelle due volte successive a pregare e ringraziare Dio per il dono della vita e della mia famiglia. Anche se stavo facendo quel sorriso interiore e sulle mie labbra seduta su una sedia a rotelle.
È il mio “trono” da 23 anni.
Stamattina molto presto ho fatto accendere la tv su TV2000 e a quell’ora trasmettevano il Santo Rosario e più tardi, alle 8.30, trasmettevano alla Santa Messa in diretta da Lourdes. Un modo bellissimo di iniziare la giornata!
Oggi il mio “trono su ruote” mi ha portato in pullman in una casa di riposo a Rozzano dove vado una volta al mese per farmi pesare.
È proprio lì che inaspettatamente ho visto tanta Bellezza.
Mi sono fermata per la messa delle 16 insieme ad anziani e al personale della casa di cura. Tantissime carrozzine, deambulatori, anzianistanchi eppure curati nel loro aspetto compatibilmente con le proprie limitazioni, i propri gusti, le necessità di ognuno.
Li ho guardati a lungo, disposti davanti a me e di fianco. Mi sono sentita in famiglia, quella spirituale di Dio, ho osservato uno ad uno quegli uomini e quelle donne, come se fossero evocati di mio padre e di mia madre.
Ho provato una tenerezza così profonda da farmi sciogliere in lacrime di gioia, che non apparivano da non so quanti anni. Probabilmente le ultime le avevo spese osservando mia madre mentre dormiva sulla poltrona di casa mia. Dolce e indifesa, finalmente aveva inconsapevolmente sconfitto il muro che avevo costruito dentro di me ed ero riuscita ad accarezzarle i capelli, a dirle quanto l’amavo; è quanto ora sono capace di ripeterle libera e leggera, anche oggi mentre osservo altre teste bianche come la sua.
Questi casi mi fanno pensare al profondo agire dello Spirito che cambia le cose intorno a noi ma soprattutto cambia noi stessi. Recuperiamo la vista, recuperiamo il modo di volare che avevamo quando eravamo puri di cuore, quando le mani erano strumenti d’amore, le parole carezze ingenue d’infanzia.
Mi sono portata appresso questi momenti preziosi durante la mia passeggiata al centro commerciale e successivamente al ritorno verso casa, mentre in pullman cantavo.
Come al solito prima di raccontare a chiunque ciò che sento, lascio decantare per qualche momento. Non so se oggi qui a casa qualcuno si è accorto di quello che è successo. Io voglio comunque testimoniarlo. Per oggi qui sul blog, domani tra le persone più care.
Lorenzo, avrei voluto venire a trovarti a Basiglio, dove il suo corpo giace da 14 anni, ma sono sicura che tu avresti condiviso la mia scelta.
Una dedica a te, che amavi questo brano. Io continuo a cantarlo quando la mia anima è triste…
Sono stufa di apparire vittimista, non credo di esserlo ma, sappiatelo, quando sparisco NON è un buon segno.
Sono stata ospite per un paio di giorni dell’Istituto Clinico Humanitas (ICH) di Rozzano (MI) con infiammazione intestinale e addome per questa ragione non trattabile per la visita. Racconterò in post separato la mia deliranteesperienza in quel luogo dalla sera del 24 aprile al pomeriggio del 26.
Ora sono troppo debole e stanca per continuare a digitare.
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