Preghiera
dal web
Stasera alle 20.37 ho avuto il privilegio di vedere un tramonto.
Ringrazio Dio per il dono della vista.
Sempre stupita, sempre Vicky.
Grazie, Frankie!
Ed eccomi di ritorno! Ben ritrovati, amici miei!
In ottima compagnia. Ritmo carnale, testo che mi raggiunge e scava. Consiglio…
Sempre Vicky!
Vele

Mi basta poco
Oggi tempo incerto, dentro e fuori. Eppure…
Sto bene. Mi basta poco per essere serena e più leggera dei miei sessantuno-sessantadue kg e dei miei cinquantadue anni.
Le mie ragioni? Un corpo accudito, pulito, preparato con un pizzico di allegria che rende perfetta e bella ogni cosa. Anche la professionalità o meno.
Una passeggiata tra le bancarelle del mercato di Rozzano senza comprare nulla o quasi, solo per assaggiare come sta la gente. Anche al supermercato lì vicino accade di prendere e dare gratis umanità. Alla cassa un importo ridicolo. Preziosamente ridicolo.
Sulla strada verso casa mi sorprendi: pranzo semplice da Doris, la trattoria di cui parlavamo ieri sera. Sognare e progettare a volte sono sinonimi.
Qualche volta ti ho lasciato e ancora mi viene voglia di farlo. Tu non ti scomponi, il veleno e le parolacce che ci buttiamo addosso… non capisco se sei ferito e turbato quanto me. Ho paura di non conoscerti. Poi…
Ti rivedo in questi ultimi difficili mesi e… ti trovo. Al tuo posto. Anche durante la tempesta, se c’è bisogno.
Ogni giorno mi dico che non so quanto durerà. E subito dopo ricomincio. Sono io. Mi basta poco… Così mi riconosco. Distruttiva, propositiva, romantica, aggressiva, timorosa, logorroica e silenziosa e non so quant’altro. E mi trovi. Al mio posto.
Esistiamo e resistiamo.
Anche oggi. Qualcuno mi ha detto che non sei alla mia altezza, che sono mille gradini sopra di te, che ho fatto una scelta affrettata… sono stata vigliacca, ero arrabbiata con te e sono stata complice nel ferirmi e colpevole di quel mancato amore…
Pazienza, come dici tu. Io ne ho davvero poca. È vero che mi basta poco per illuminarmi ma anche per incendiarmi!
Un brano che mi descrive un po’, dedicato anni fa da una persona che mi conosceva bene. Vorrei essere guardata così.
Sempre Vicky!
18

I am beautiful

Yes!
Everyday is so wonderful
Then suddenly
It’s hard to breathe
Now and then I get insecure
From all the pain
I’m so ashamed
I am beautiful
No matter what they say
Words can’t bring me down
I am beautiful
In every single way
Yes words can’t bring me down
Ohh no
So don’t you bring me down today
To all your friends you’re delirious
You’re so consumed
In all your doom
Trying hard to fill the emptiness
The piece is gone
Left the puzzle undone
That’s the way it is
You are beautiful
No matter what they say
Words can’t bring you down
Ohh no
You are beautiful
In every single way
Yes words can’t bring you down
Ohh no
So don’t you bring me down today
No matter what we do
No matter what we say
The sun will shine your way
‘Cause you are beautiful today
Everywhere we go
The sun won’t always shine
But tomorrow’s another day
So keep on looking to the sky
We are beautiful
No matter what they say
Words can’t bring us down
Ohh no
We are beautiful
In every single way
Yes words can’t bring us down
Ohh no
So don’t you bring me down today
Don’t you bring me down today
Don’t you bring me down
Today
Dedicata a tutte le persone maledettamente imperfette… come me. Sempre Vicky!
Felicità, la mia
“C’è un oceano di motivi per essere felici…”
Ecco le mie gocce… i miei motivi… Perché io ho conosciuto e conosco momenti di felicità!
È la carezza ricevuta e donata. Quella di mia figlia, di mia madre, del mio amato o di uno sconosciuto che mi vede triste a guardare un punto fisso nel vuoto, prigioniera dei ricordi dell’amore perso. Il contatto fisico è meraviglioso, insostituibile seppur effimero. La pelle è l’organo più importante del corpo, veicolo immenso di sensazioni e sentimenti. Ringrazio Dio per non averli persi insieme al movimento…
È il primo gesto all’inizio della nostra vita ed è anche l’ultimo che speriamo di ricevere.
La sensazione di calore dopo una corsa o dopo uno sforzo fa battere forte il cuore. Sono viva! Sono viva anche oggi e ricordo ancora dopo vent’anni ogni singolo movimento, ogni muscolo che risponde al comando di lavorare. Ora che il movimento è una conquista eccezionale la felicità è raddoppiata. Soprattutto se è condivisa…
Guardo la foto sopra… rivivo la gioia dell’immersione in mare dopo oltre 17 anni e mi sembra di sentire la natura in festa insieme a me, il mare una madre che mi accoglie tra le sue braccia, io il figliol prodigo che ritorna… ma non mi sono persa, ero solo in pausa, lunga come l’attesa.
Esserci è fare la storia! Con ogni parola, con ogni piccolo atto, costruendo ora dopo ora, istante dopo istante ricordi da trasmettere. Restare nel pensiero e nel cuore di qualcuno, questa è l’eternità, la tanto inseguita immortalità da coltivare attimo per attimo. La mia storia è la goccia nell’oceano universale, personale e irripetibile. Nella mia infinita piccolezza sono un gigante!
Un ultimo sprazzo… fotografo il mio presente. Meglio a occhi chiusi.
Penso, scrivo, vi raggiungo da lontano attraverso questo monitor. Genero ancora e ancora… che cos’è questo se non il mezzo e contemporaneamente la meta del mio piccolo, grande viaggio? Comunicare.
Con allegria, sempre Vicky!
Dedicato a tutti quelli che sono passati, a quelli che sono restati e a quelli che hanno illuminato la mia vita. In particolare oggi a mia sorella-gemella Raffaella. Ciao, non ti vedo da trent’anni… Ti voglio bene!
Dieci

Venezia, compleanno
Uno. Il minuto passato tra l’istante in cui ci siamo guardati e quello in cui ho visto il tuo sorriso per me perfetto, per niente oscurato da tante cose e persone intorno.
Due. I secondi di perplessità che ho avuto nello scambiare con te il numero di cellulare.
Tre. I giorni che sono passati prima che ci ritrovassimo davanti a un caffè molto lungo, tanto quanto bastava per imparare il tuo viso e il suono della tua voce.
Quattro. Più o meno l’ora del pomeriggio in cui ti incontravo, sempre più spesso. La giornata di lì a poco sarebbe sembrata sempre più lunga fino al momento del tuo arrivo.
Cinque. Le dita della tua mano che mi ha accarezzato la prima volta. Mi sono sentita fiore e tu, in realtà, mi chiamavi così quando mi scrivevi messaggi.
Sei. I tuoi giorni lavorativi fino all’anno scorso. Poi quasi un giorno intero da passare insieme, con le ore che volavano.
Sette. Le note che fanno da intreccio alla nostra storia, la musica che abbiamo ascoltato, quella che continuiamo a conoscere, che ci avvicina e ci allontana secondo i gusti.
Otto. L’ora in cui di solito arriva l’infermiera di sabato. Non ti ho mai sentito sbuffare e innervosirti per il sonno interrotto, per l’intimità rubata e molto altro ancora.
Nove. I mesi necessari per partorire il figlio che non potrò mai darti. Ti basterà che io sia “la tua bambina”?
Dieci. È il voto che do alla tua pazienza, a volte anche troppo saggia rispetto alla mia irrequietezza e inquietudine.
Dedicato.
Sempre stregata dalla luna, sempre Vicky.
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