La sua e la mia India
Niente avviene per caso.
Stasera guardando questo film ho ricordato tanti racconti, suggestioni, vibrazioni, esperienze e sogni… come anche incubi che hanno cambiato la vita di Lorenzo e quindi di conseguenza anche la mia. Da sempre e per sempre.
Ne traccerò alcune pennellate, pochi fotogrammi, emozioni da condividere, cose da leggere tra le mie righe.
Il giorno che ho conosciuto Lorenzo ho sentito subito che saremmo stati importanti l’uno per l’altra e nulla sarebbe stato più lo stesso. Io tornata da poco da Francoforte, lui con l’aria da eterno esploratore, un ragazzo in ricerca.
Entrambi abbiamo trovato ciò che stavamo cercando: amore e felicità, per noi e per tutti coloro che ci stavano intorno.
Il sitar, il suo viaggio in India nel 1976 – cinque anni prima del nostro incontro -, quel senso di vuoto immenso non appena ci separavamo per vivere altro che non era importante: scuola, lavoro, famiglia. Amandolo ho capito cosa significava “abbandonare tutto” senza sensi di colpa, con estrema gioia.
In India aveva imparato insegnandomelo che si è felici con poco o nulla, che i bimbi e i vecchi, entrambi senza denti, sorridono.
Aveva visto colori che solo i suoi occhi potevano farmi vedere.
Mi raccontava di povertà, malattia e morte senza tristezza.
La musica che ha suonato per me mi ha mostrato il paradiso e non solo quello.
Tra di noi come un’ombra che ci faceva sentire nostalgia di una vita precedente passata insieme e tristezza per quella fin troppo breve che ci aspettava.
Attimi lunghissimi di tenerezza, passione, spiritualità profonda e un tutto silenzioso ci insegnavano l’amore.
Chi ci ha incontrati diceva che emanavamo luce di eternità e pensieri cosmici.
Così abbiamo conosciuto Dio.
Quello indiano, quello cristiano, quello dell’eterno viaggio dell’amore.
Con immensa gratitudine, sempre Vicky!