Vincenza63's Blog

Conoscersi e parlarsi è un dono

Bravo Michele

Amici miei,

la musica può salvare, l’arte può darci una strada, un faro

Sono in un lungo momento di “solitudine” interiore e non solo. Mi fa compagnia – qualche volta – la bella musica.

Perdonate la mia assenza. Sto imparando. Ancora.

Un abbraccio, sempre Vicky!

Il diario degli errori – Michele Bravi (2017)

Ho lasciato troppi segni

Sulla pelle già strappata

Non c’è niente che si insegni

prima che non l’hai provata

Sono andato sempre dritto come un treno

Ho cercato nel conflitto

La parvenza di un sentiero

Ho sempre fatto tutto in un modo solo mio

E non ho mai detto resta se potevo dire addio

Poche volte ho dato ascolto a chi dovevo dare retta

Ma non ne ho tenuto conto

Ho sempre avuto troppa fretta

Almeno tu rimani fuori

Dal mio diario degli errori

Da tutte le mie contraddizioni

Da tutti i torti e le ragioni

Dalle paure che convivono con me

Dalle parole di un discorso inutile

Almeno tu rimani fuori

Dal mio diario degli errori

Ho giocato con il fuoco

E qualcuna l’ho anche vinta

Ma ci è mancato poco

Mi giocassi anche la vita

Ho lasciato troppe volte

La mia impronta sopra un letto

Senza preoccuparmi troppo

Di cosa prima avevo detto

Ho guardato nell’abisso di un mattino senza alba

Senza avere un punto fisso

O qualcuno che ti salva

Ma almeno tu rimani fuori

Dal mio diario degli errori

Da tutte le mie contraddizioni

Da tutte le mie imperfezioni

Dalle paure che convivono con me

Dalle parole di un discorso inutile

Almeno tu rimani fuori

Dal mio diario degli errori

Almeno tu, almeno tu

Almeno tu rimani fuori

Dal mio diario degli errori

17 Maggio 2022 Posted by | Anima, Esperienze, Musica, Persone | , , , , , , | 12 commenti

Dopo una “gita”

dal web

Amici miei,

ieri dopo anni e dopo il covid di quest’ultimo periodo ho riassaporato il piacere di una gita inaspettata con una persona a me cara alla Certosa di Pavia.

L’occasione di un sopralluogo di una casa mi ha portato in zona col mio ex-compagno, ormai accompagnatore volontario dopo due anni e mezzo dalla rottura della nostra convivenza.

Mi manca. Non sono ancora del tutto guarita.

Lui dice di amarmi, abbiamo una “relazione” asessuata. Lui si è sposato di recente. Ciò nonostante ci sentiamo tutti i giorni e ci frequentiamo.

Non mi sento in colpa, non più. Noi ci doniamo quella relazione, il lato piacevole e arricchente che è rimasto intatto.

Mi basta? No. Io cerco un compagno di vita a 360 gradi e lui non può più esserlo.

Non torno indietro. Ho sofferto.

La solitudine però è pesante e così io non smetto di aspettare e cercare la mia vita nuova.

Qualunque essa sia, senza preconcetti.

Mi dedico questo brano che tocca nel profondo il mio cuore.

Sempre Vicky!

13 Maggio 2021 Posted by | Anima, Esperienze, Musica, Persone, Sentimenti, Vita nuova | , , , , , , , , | 41 commenti

Ancora sabato

Buongiorno lettori di lupo solitario - pagina 24
dal web

Eccolo arrivato!

E io lo aspetto e lo vivo come il bimbo nell’immagine, con ingenuo e attento sguardo rivolto al futuro, in compagnia dei miei tesori, che porto tutti dentro di me.

La solitudine… può aspettare per ora.

No tv, pc, film: la vita di qualcun altro. Dopo i soliti rituali quotidiani, anche chi mi assiste e la famiglia sono in libertà.

Io da anni faccio da sola, in giro, alla scuola di chi si mangia l’orgoglio insieme a un toast all’aperto o in un centro commerciale. In un bar o in farmacia chiedo aiuto per assumere un farmaco indispensabile.

Il prezzo da pagare è alto ma non torno indietro. La mia mini-maxi indipendenza è un diritto umano.

Vi auguro un buon sabato.

Il brano descrive quella che vorrei essere da grande! Vi abbraccio, sempre Vicky!

24 aprile 2021 Posted by | Anima, Diritti umani, Esperienze, famiglia, Musica, Persone, Sentimenti, social, vita indipendente, Vita nuova | , , , , , , , , , , | 29 commenti

Vicini di casa

Giornata particolare, oggi.

A parte il grigiore di questo lungo periodo, oggi due eventi a toccare il cuore, la coscienza, l’esistenza.

Piccole e grandi cose di tutti i giorni.

Stamattina ero ancora a letto e ho ricevuto una telefonata. La mia vicina di casa con cui ci si trova a Messa e a volte a chiacchierare appena fuori casa.

Durante il primo lockdown – io lo chiamo così – ci siamo scambiate limoni, prezzemolo e numeri di telefono in caso avessi o avesse bisogno di qualunque cosa.

Anche solo di una telefonata.

Stasera, anzi, poco fa hanno portato via in ambulanza la mia vicina di casa che sta al piano superiore.

È più giovane di me. Ha il cancro. Per la prima volta ho visto di persona i soccorritori tutti attrezzati con tute protettive, visori e tutto il necessario.

Il coronavirus non è un film.

È solitudine. È freddo. È bianco. È vicinanza attraverso filtri e strati che nascondono tutto.

Restano solo voci e sguardi. Dietro i visori. Dietro le mascherine.

Purtroppo non è carnevale.

Signore, stasera mi sento un po’ più sola. Resta accanto a me.

Sempre Vicky!

17 agosto 2020 Posted by | Uncategorized | , , , , , , , , , | 19 commenti

Depressione secondo Giaquinto e Ultimo

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Amici miei,

so di cosa si parla purtroppo…

Vi invito ad avere pazienza e guardare questo video perchè c’è molto da imparare.

Buona serata! Sempre Vicky!

 

 

Un brano che mi regala emozioni. Bravo Ultimo! ❤ ❤ ❤

 

UltimoSogni Appesi (Live in Studio) Testo e musica di Ultimo

Provo a dimenticare, scelte che fanno male,
Abbraccio le mie certezze, provo a darmi da fare,
ma ancora non riesco a capire se il mondo un giorno io potrò amarlo,
se resto chiuso a dormire,
quando dovrei incontrarlo.
Quello che cerco di dire,
da quando scappavo da tutto,
quando ridevano in gruppo
tornavo e scrivevo distrutto;
è che ho gridato tanto
in classe non ero presente…
sognavo di vivere in alto,
dimostrare che ero un vincente,
e quando ho incontrato me stesso
mentre correvo di notte,
gli ho urlato di odiarlo contro
e lui ha diviso le rotte.

Ma guarda che strana la sorte
oggi che mi sento bene,
io lo rincontro per strada
gli chiedo di ridere insieme

Dimmi che cosa resta
se vivi senza memoria
perdo la voce,
cerco la pace,
e lascio che la vita viva per me.

Dimmi che cosa senti
se scopri di avere paura
brucio consigli,
alzo il volume,
l’ansia nasconde i sorrisi che ho.

Dimmi che cosa vedi
quando pensi al domani
Quali domande?
Quante risposte? “Forse domani” ripeti “forse”.

E vivo coi sogni appesi
girano le pareti,
vivo coi sogni appesi.

Quando ascoltavo la gente parlare
mentre dava lezioni,
non ho saputo imparare
ed ora disegno le delusioni.
È facile avere ambizioni,
un po meno concretizzarle…
ero un bambino diverso,
odiavo chi amava
e aspettavo l’inverno.

Sempre collocato nel gruppo dei perdenti,
in questo percorso
a chi c’ho intorno un sorriso e mille incidenti,
ma mando avanti la ruota ,
lascio che giri da sè,
riesci a capirmi
solo se hai sempre voluto
qualcosa che non c’è.

E adesso tirando le somme
non sto vivendo come volevo,
ma posso essere fiero
di portare avanti quello che credo.
Da quando ero bambino, solo un obiettivo:
dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo.

Dimmi che cose resta
se vivi senza memoria
perdo la voce,
cerco la pace,
e lascio che la vita viva per me.
Dimmi che cosa senti
se scopri di avere paura
brucio consigli,
alzo il volume,
l’ansia nasconde i sorrisi che ho.

Dimmi che cosa vedi
quando ripensi al domani
Quali domande? Quante risposte?
“Forse domani” ripeti “forse”.
E vivo coi sogni appesi girano le pareti,
vivo coi sogni appesi.

 

11 luglio 2020 Posted by | Anima, Corpo, Esperienze, Mondo, Musica, Persone, Sentimenti, Vita nuova | , , , , , , , , , , , , , , , , | 11 commenti

Mi sento così

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Amici miei,
mi sento sospesa come la foglia che vedete e non credo proprio di essere la sola.

Per condividere questo stato d’animo ho pensato di dedicarmi e dedicarvi questa meraviglia ermetica piena di umanità.
Soldati – Giuseppe Ungaretti

Bosco di Courton luglio 1918

Si sta come 3
d’autunno
sugli alberi
le foglie

Un brano struggente… Un abbraccio a tutti, sempre Vicky!

29 aprile 2020 Posted by | Anima, Esperienze, Persone, Sentimenti, Storia | , , , , , , , , , | 29 commenti

Il peso del dolore

 

Lo sento ancora come qualcosa di ingombrante che sta lasciando una scia dietro di sé, anzi, dentro di me e sul mio petto.

È il peso del dolore. L’ho riconosciuto oggi, con estrema distinzione tra le altre emozioni, l’ho sentito scendere dagli occhi.
ll suo sapore salato, il suo colore di un grigio inaspettato. Come la nebbia dalla quale non capire come uscire.
Sì, perchè in esso ci si può perdere. A lui ci si può assuefare. È bravo ad ingannarci.

Ci trasforma dentro e fuori e ci trasporta nella grande illusione: un mondo perfetto. Una dimensione asettica, ovattata, surreale.

Come me che indosso questa mascherina dietro la quale so di non essere me stessa.

Passa una mamma alla giusta distanza, quella del manuale di sopravvivenza da coronavirus. Tiene per mano la sua bambina, anch’essa protetta. Tra le sue manine una Barbie, a viso muto e indifferente, ma in un modo stranamente libero. “Hai visto? È tornato il Carnevale!” le dico sorridendo per tentare di trovare una leggerezza giocosa in una scena che vorrei non fosse reale.

Passano velocemente oltre. Si chiama PAURA.

Esiste un luogo dentro di me, un tempo dietro di me e una porta oltre la quale succede di dover andare: è il momento di realizzare la realtà. Game over.

Mi sento sola.

È sufficiente una sola telefonata per provare a far finta di poter smettere di soffrire quando voglio. È una crepa che rompe la diga. È la luce che investe l’oscurità. La verità che trionfa sulla menzogna e sull’illusionismo mediatico e dei social. Non è più il film che credevo di vedere sul mio schermo, comodamente sdraiata a letto o seduta come ora sul mio “trono su ruote” davanti al PC muto. Senza maschera, come Barbie.

Sento la voce di mia zia, una delle poche mie radici materne nella mia terra di Puglia. Prima che possa rendermene conto sono risucchiata dai ricordi dei bellissimi giorni trascorsi insieme l’estate scorsa.

È come rientrare nel grembo di mia madre, della terra, del sangue, della gioia e del dolore. Un impasto di umana esistenza che genera e si sovrappone al grigio presente.

Sono pochi momenti eppure sembrano lunghissimi. Tanto basta per sentire e capire che c’è stato davvero un prima e che c’è un adesso. È DOLORE per ciò che ho finora vissuto, l’assurdità di questo presente ed aspettare “il giorno che verrà”.

Guarirò. Guariremo. E avremo parecchie ferite da curare. 

Amerò il mio dolore, guarderò le cicatrici e, osservandole come fotografie, ricorderò a me stessa di essere viva.

Un abbraccio fraterno e una dedica. Sempre Vicky!

 

8 aprile 2020 Posted by | Anima, Diritti umani, Esperienze, Mondo, Persone, Sentimenti, social | , , , , , , , , , | 29 commenti

A tutta musica!

 

Amici miei,

con l’aiuto di Dio e con quello della mia amata musica uccido la tristezza e la solitudine.

E voi? Che state facendo in questa serata piovosa?

Un abbraccio a tutti e una dedica speciale a te, mamma. Buon compleanno! Mi manchi!

Sempre Vicky!

P.s. io al concerto a Milano c’ero!

 

20 dicembre 2019 Posted by | amore, Esperienze, Musica | , , , , , | 14 commenti

Solitudine

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A volte penso sia solo uno stato della mente
altre un bisogno dell’anima
poi mi volto

e noto solo la mia ombra
inondata dal Sole
e proseguo il viaggio

 

Sempre Vicky!

 

 

 

15 settembre 2019 Posted by | Anima, Dio, Mondo, Musica, Viaggi, Vita nuova | , , , , , | 33 commenti

Esselunga? Adesso basta!

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Amici miei,

A tutto c’è un limite. Quello di sopportare Esselunga è colmo.

Ma racconto per ordine, fotogramma per fotogramma. Cerco di restare calma.

Qualche giorno fa sono andata in Esselunga a fare la spesa. È mia abitudine prima fermarmi al bar a bere latte caldo, rigorosamente senza lattosio, perché sono intollerante da anni. Il bar Atlantic fortunatamente ce l’ha sempre.

Devo fare una premessa, però: il personale di Esselunga sorride poco o nulla. È mia convinzione che se si lavora a contatto con i clienti il sorriso non sia un optional, ma piuttosto un must. Chi arriva al supermercato non c’entra nulla con gli eventuali guai personali dei lavoratori. Anche i clienti hanno i propri problemi.

Ciò detto, mi avvicino alla cassa del bar per ordinare il mio solito latte con un po’ di cacao e dolcificante. Altrove tutto il personale, su mia richiesta, di solito non fa nessuna storia per portare al tavolo la mia ordinazione. Non è la prima volta però che nel supermercato di Rozzano (Milano) numerosi addetti alla vendita mi trattino con sufficienza, facendo finta di non vedermi o addirittura ignorandomi. Questo è il giorno sbagliato!

Faccio notare la cosa a una collega che sembra più sorridente, infatti questa mi serve subito, scusandosi per il comportamento dei colleghi. Non c’è cosa più sbagliata, a parer mio avrebbero dovuto scusarsi loro con me.

Mi sento profondamente umiliata, mentre bevo il mio latte appena tiepido. Quando mi succedono queste cose, al momento non riesco a reagire. Sono fatta così. Così come per la gioia anche per la rabbia devo lasciar decantare le cose che accadono. Oggi però sembra non esserci tregua per me.

Altra premessa. Forse qualcuno di voi non sa che ho problemi a usare le mani e le braccia, quindi non posso servirmi da sola in un supermercato. Esselunga è praticamente l’unico brand che non mi mette a disposizione neppure per un quarto d’ora una persona che mi dia una mano a prendere le cose dagli scaffali. Penso a quanti come me e a tanti anziani in difficoltà ai quali verrebbe data l’opportunità di essere indipendenti nel fare la spesa e di godere della gioia anche di queste piccole cose.

Non sono ancora così avanti nella loro politica aziendale.

Mio grande sconforto è sentire una cassiera dire: “La signora dovrebbe farsi accompagnare da qualcuno visto che lo Stato le passa l’accompagnamento“. Nessuno replica. Io ne ho cancellato anche il viso dalla memoria.

I miei complimenti a questa persona per la sua statura culturale. Non voglio nemmeno pensare a qualcosa di simile all’intelligenza e alla gentilezza, perché probabilmente non sono contenute nella lista dei requisiti per i dipendenti Esselunga.

Capita così che in quelle poche volte in cui faccio la spesa in questo supermercato io debba avvalermi prevalentemente dell’aiuto di altri clienti come me, che su mia richiesta mi aiutano a mettere gli articoli in un grande sacchetto che pongo dietro la mia carrozzina elettronica. L’unica motivazione che mi spinge ancora a frequentare questo esercizio è la consegna a domicilio, per me molto comoda visto che mi sposto con i mezzi pubblici e non posso portare con me una quantità superiore di articoli.

Amici miei, voler avere una vita indipendente costa un alto prezzo.

A questo disagio aggiungo quello di alcune cassiere che si scusano apertamente con gli altri clienti in coda se io esercito il mio diritto di precedenza alla cassa dedicata alla spesa a domicilio. Incrocio di sguardi con gli altri clienti molto eloquente: si chiedono il perché di quelle scuse e mi invitano a passare senza problemi.

Arrossisco e sento un gran calore al viso.

Improvvisamente mentre scrivo questo post mi torna in mente qualcosa di molto forte e doloroso che ho vissuto col mio orgoglioso e forte Lorenzo, l’amore mio perso tanti anni fa. È un’immagine che mi colpisce come una spada al cuore. Io ancora non usavo la carrozzina elettronica, quindi mio marito doveva spingere la mia carrozzina ovunque andassimo, anche a fare la spesa. Nonostante i limiti continuavamo a fare le commissioni per quanto possibile insieme, e fare la spesa con lui era piacevole nonostante fossimo soli. Sapete come la facevamo? Lorenzo mi accompagnava al supermercato Unes di Basiglio (Milano), il quartiere in cui abitavamo, poi riusciva a prendere il carrello e lo posizionava all’interno del supermercato. Insieme andavamo in giro a prendere gli articoli che volevamo e poi tornavamo a metterli nel carrello. Al momento di andare alla cassa mi spingeva oltre per poter imbustare la spesa. Quindi mi riportava in macchina e poi tornava a prendere la spesa e a riportare a posto il carrello.

In tutto questo nessuno si è degnato di aiutarlo almeno a portare la spesa lasciata incustodita. Amore mio, quante ne abbiamo dovute sopportare insieme… qualcosa di salato mi fa bruciare gli occhi.

Un’ultima cosa, per non annoiarvi troppo. Mi accorgo di un errore nel mio scontrino, un articolo battuto due volte. La cassiera chiama la responsabile per lo storno. Eccola, arriva. Ora capisco…

È ancora attuale il proverbio: “Il pesce puzza dalla testa”.

Da Esselunga non esistono due espressioni: “Prego” e “Mi scusi”.

A presto, sempre Vicky!

P.s.: dalla concorrenza mi è capitato solo due volte che mi fosse rifiutato l’aiuto, perché effettivamente c’era poco personale in quel momento. Per il resto… conosco i nomi delle persone che mi aiutano. Una cosa lodevole per Eurospin!

 

 

23 Maggio 2019 Posted by | Diritti umani, Esperienze, Mondo, Persone, vita indipendente | , , , , , , , , , , , | 36 commenti

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