Bella musica
Buona serata a tutti! Sempre Vicky!
Attimi di Lorenzo
Ciao Lorenzo, amore mio 💛
Non ci vediamo da parecchi anni anche se, come puoi vedere da dove un gioioso giorno ci rivedremo, ti sento vicino ascoltando la tua musica, che poi è diventata la nostra e anche di un’altra persona che tu ormai conosci bene.
Ti dedico questa serata 💛
Arrivederci! Sempre la tua Vicky!
I miss you, Chris
Che capolavoro sei, Chris Cornell!
Mi manchi, manchi al mondo della Bellezza…
Dedicato. Sempre vicky!
Arrivederci, Franco
Ascolto la tua musica immortale. Come la tua, come la mia anima.
Ti stimo e sento affetto per te. Sempre Vicky!
Ti dedico due dei brani che mi hanno toccato nel profondo. Insieme alla splendida Juni Russo. Quanta Bellezza ❤
Vax-day
Quindi domani è il “gran” giorno. Nel pomeriggio sarò vaccinata contro il covid-19, probabilmente con vaccino Pfizer.
Qualcuno mi ha chiesto cosa provo, se sono emozionata oppure ho paura.
Per ora nessuna sensazione particolare.
Che dire? Io, speriamo che me la cavo!
Musica bella prima di stendermi, le mie preghiere e… tra le braccia di Dio. Sempre Vicky!
Il peso del dolore
Lo sento ancora come qualcosa di ingombrante che sta lasciando una scia dietro di sé, anzi, dentro di me e sul mio petto.
È il peso del dolore. L’ho riconosciuto oggi, con estrema distinzione tra le altre emozioni, l’ho sentito scendere dagli occhi.
ll suo sapore salato, il suo colore di un grigio inaspettato. Come la nebbia dalla quale non capire come uscire.
Sì, perchè in esso ci si può perdere. A lui ci si può assuefare. È bravo ad ingannarci.
Ci trasforma dentro e fuori e ci trasporta nella grande illusione: un mondo perfetto. Una dimensione asettica, ovattata, surreale.
Come me che indosso questa mascherina dietro la quale so di non essere me stessa.
Passa una mamma alla giusta distanza, quella del manuale di sopravvivenza da coronavirus. Tiene per mano la sua bambina, anch’essa protetta. Tra le sue manine una Barbie, a viso muto e indifferente, ma in un modo stranamente libero. “Hai visto? È tornato il Carnevale!” le dico sorridendo per tentare di trovare una leggerezza giocosa in una scena che vorrei non fosse reale.
Passano velocemente oltre. Si chiama PAURA.
Esiste un luogo dentro di me, un tempo dietro di me e una porta oltre la quale succede di dover andare: è il momento di realizzare la realtà. Game over.
Mi sento sola.
È sufficiente una sola telefonata per provare a far finta di poter smettere di soffrire quando voglio. È una crepa che rompe la diga. È la luce che investe l’oscurità. La verità che trionfa sulla menzogna e sull’illusionismo mediatico e dei social. Non è più il film che credevo di vedere sul mio schermo, comodamente sdraiata a letto o seduta come ora sul mio “trono su ruote” davanti al PC muto. Senza maschera, come Barbie.
Sento la voce di mia zia, una delle poche mie radici materne nella mia terra di Puglia. Prima che possa rendermene conto sono risucchiata dai ricordi dei bellissimi giorni trascorsi insieme l’estate scorsa.
È come rientrare nel grembo di mia madre, della terra, del sangue, della gioia e del dolore. Un impasto di umana esistenza che genera e si sovrappone al grigio presente.
Sono pochi momenti eppure sembrano lunghissimi. Tanto basta per sentire e capire che c’è stato davvero un prima e che c’è un adesso. È DOLORE per ciò che ho finora vissuto, l’assurdità di questo presente ed aspettare “il giorno che verrà”.
Guarirò. Guariremo. E avremo parecchie ferite da curare.
Amerò il mio dolore, guarderò le cicatrici e, osservandole come fotografie, ricorderò a me stessa di essere viva.
Un abbraccio fraterno e una dedica. Sempre Vicky!
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