Un po’ di respiro
Cari amici,
dopo tanti lavori preliminari e in attesa dei lavori e successivo trasloco verso la mia nuova casa e la mia nuova vita, sono riuscita a ritagliarmi dei giorni di vacanza per staccare la spina.
Due giorni a Roma e poi in Puglia per dieci giorni per respirare di nuovo le mie radici.
Il covid sta lasciando le sue tracce anche qui.
Me lo ero dimenticato. O quasi.
Sono scomparsi i contadini e i pescatori che vendevano per strada i frutti del proprio lavoro. Con alcuni di loro era nato un rapporto di stima e un sentimento di empatia.
I vicoli senza di loro sono quasi deserti. Grazie a Dio non è sparita la sana consuetudine di vivere la strada da parte di chi abita al piano terra e non ha balcone per affacciarsi sull’esterno.
Bellissima tradizione che favorisce la conoscenza reciproca, le chiacchiere, la storia.
È così che si prova a restare umani.
Vi mando un abbraccio da qui!
A presto. Sempre Vicky!
Il peso del dolore
Lo sento ancora come qualcosa di ingombrante che sta lasciando una scia dietro di sé, anzi, dentro di me e sul mio petto.
È il peso del dolore. L’ho riconosciuto oggi, con estrema distinzione tra le altre emozioni, l’ho sentito scendere dagli occhi.
ll suo sapore salato, il suo colore di un grigio inaspettato. Come la nebbia dalla quale non capire come uscire.
Sì, perchè in esso ci si può perdere. A lui ci si può assuefare. È bravo ad ingannarci.
Ci trasforma dentro e fuori e ci trasporta nella grande illusione: un mondo perfetto. Una dimensione asettica, ovattata, surreale.
Come me che indosso questa mascherina dietro la quale so di non essere me stessa.
Passa una mamma alla giusta distanza, quella del manuale di sopravvivenza da coronavirus. Tiene per mano la sua bambina, anch’essa protetta. Tra le sue manine una Barbie, a viso muto e indifferente, ma in un modo stranamente libero. “Hai visto? È tornato il Carnevale!” le dico sorridendo per tentare di trovare una leggerezza giocosa in una scena che vorrei non fosse reale.
Passano velocemente oltre. Si chiama PAURA.
Esiste un luogo dentro di me, un tempo dietro di me e una porta oltre la quale succede di dover andare: è il momento di realizzare la realtà. Game over.
Mi sento sola.
È sufficiente una sola telefonata per provare a far finta di poter smettere di soffrire quando voglio. È una crepa che rompe la diga. È la luce che investe l’oscurità. La verità che trionfa sulla menzogna e sull’illusionismo mediatico e dei social. Non è più il film che credevo di vedere sul mio schermo, comodamente sdraiata a letto o seduta come ora sul mio “trono su ruote” davanti al PC muto. Senza maschera, come Barbie.
Sento la voce di mia zia, una delle poche mie radici materne nella mia terra di Puglia. Prima che possa rendermene conto sono risucchiata dai ricordi dei bellissimi giorni trascorsi insieme l’estate scorsa.
È come rientrare nel grembo di mia madre, della terra, del sangue, della gioia e del dolore. Un impasto di umana esistenza che genera e si sovrappone al grigio presente.
Sono pochi momenti eppure sembrano lunghissimi. Tanto basta per sentire e capire che c’è stato davvero un prima e che c’è un adesso. È DOLORE per ciò che ho finora vissuto, l’assurdità di questo presente ed aspettare “il giorno che verrà”.
Guarirò. Guariremo. E avremo parecchie ferite da curare.
Amerò il mio dolore, guarderò le cicatrici e, osservandole come fotografie, ricorderò a me stessa di essere viva.
Un abbraccio fraterno e una dedica. Sempre Vicky!
Albero
Rami e radici
riposo apparente
espansione vitale poi
sboccio infine per inni
colorati d’eterna speranza
Attesa e fede
il mio corpo sa che
fonte di vita
dopo l’inverno
di morte gravida
infine tornerà
Amore
gioia e luce partorirà
festa di colori
sapori e silenziosi
rumori di crescita
veloce e impaziente
Come radici
che violano la terra
in cerca di cibo
e rami che toccano il sole
estensioni di sete
così io rinasco di Te
Io vivo. Io amo. Io credo. Sempre Vicky!
(Tutti i diritti riservati)
Spirito e corpo
Io sono così, volo con lo spirito e insieme mi godo come posso la mia corporeità.
Un testo sublime. Lo vivo come posso. Sempre Vicky ❤
Esserci
Respirare le nostre radici
succhiare linfa al seno della terra
dare frutti secondo le stagioni della vita
riconoscere
e apprezzare
quanto abbiamo fatto
quel che abbiamo donato
e soprattutto vivere
l’essenza del nostro stare
Ora in movimento, sempre Vicky!
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