Il mio corpo
Cari amici,
Approfitto della lettura di un bellissimo post dell’amico Seph per condividere con voi il commento che ho lasciato dopo aver letto per l’ennesima volta che uno – genericamente parlando – che possiede un corpo così detto “normale” non possa lamentarsi di non trovarcisi bene dentro.
Onestamente e senza rispetto di alcuna etichetta mi sono rotta di alcuni sottintesi di cui io ho ancora il ricordo, cosa che mi faceva sentire una donna di serie B.
Grazie e Dio questo appartiene al passato. Di seguito trovate il mio commento.
Un abbraccio, sempre Vicky!
“Sembrerà strano ma a me il mio corpo piace e intriga più ora di 25 anni fa. Allora non stavo da regina sul mio trono a rotelle elettronico e tuttavia non mi piacevo, pur avendo il mio Amore e la mia bambina. Non è necessario guardare ciò che apparentemente manca agli altri per essere felici di esserci.
A volte mi basta mettermi in un paio di jeans che mi piacciono, pur essendo consapevole che non potrò MAI guardare il mio sedere allo specchio. E così ho trovato un trucco che si è rivelato sexy: MI FACCIO FOTOGRAFARE col mio cellulare dal mio ora ex compagno – che bacchettonamente non condivide le mie scelte – o dalla ragazza che mi aiuta nelle mie necessità.
Anche queste e senza giudizio.
Caro Amico, ci sei, ci siamo…non è figo?
Ti abbraccio, ❤
Vicky
p.s. siccome sono a volte logorroica con l’aggravante della vanità, faccio di questo commento che mi racconta in una parte importante, un post che spero leggerai e commenterai “
Una dedica a Davide e a tutti voi. E a me!
Potessi solo correre!
Questa sono io, mentre vado incontro alla mia vita ogni giorno! Non voglio e non oso cimentarmi in una qualsiasi spiegazione dei versi che seguono…
Confido solo ai tuoi occhi, che mi guardano e mi leggono, e al tuo cuore, che si avvicina al mio per parlare in lingue nuove, che anch’io vorrei essere ape e chiedere un passaggio a una nuvola per sperimentare la libertà e la leggerezza del volo.
Invece…
Resto galeotta nel mio corpo, sconto la pena per un reato non commesso. La mia “cella” però è nell’aria, seppur ancorata alla terra.
Un tocco d’ali. Un abbraccio. Sempre Vicky!
Potessi solo correre infinitamente – Emily Dickinson
Potessi solo correre infinitamente
come l’ape del campo
e visitare solo chi volessi
senza che nessuno visitasse me
e corteggiare tutto il giorno i ranuncoli
e sposare chi mi va
e abitare un po’ ovunque
o meglio, darmela a gambe
senza polizia alle calcagna
o inseguire lei se lo fa
finché saltasse penisole
per sfuggire alla mia caccia –
Dico “Fossi solo un’ape”
su una zattera d’aria
e remassi nel nulla tutto il giorno
e ancorassi “oltre la barra”
Che libertà! Così pensa il prigioniero
stretto nella cella sotterranea.
(Traduzione di Massimo Bacigalupo)
Spirito e corpo
Io sono così, volo con lo spirito e insieme mi godo come posso la mia corporeità.
Un testo sublime. Lo vivo come posso. Sempre Vicky ❤
Divenire
9 aprile 2013. Dopo l’Everest, i viaggi, il cinema da sola, eccomi: il mio primo concerto: Ludovico Einaudi. Ho attraversato tutta Milano parzialmente sotto la pioggia per arrivare al teatro Arcimboldi in Bicocca. Mai avrei pensato solo tre anni fa a questa svolta della mia vita, a questo “divenire”. Uno stato permanente di mutamento in atto. Questa è la vita che voglio, con poche ma solide certezze e tanta, tanta voglia di viaggiare. Dentro e fuori di me. Verso di te. Dentro di te.
Quando la musica invade la sala comincia una magia. Tutto diventa corpo. Ogni singola persona è una cellula vivente. Io pure. In fondo alla platea sono importante come chiunque altro faccia parte del tutto. C’è armonia, complicità, emozioni… onde. Si percepiscono con intensità mutevole, vanno e vengono, fluttuano come il mare. Amico mio, prendimi tra le tue braccia e fammi sentire nulla, leggerezza, purezza. Viaggiamo insieme, tienimi sospesa finché non arriverà il coraggio di abbandonarmi completamente, dimenticandomi di essere solo una piccola parte e facendomi divenire il tutto.
È dal cuore che comincia questo flusso. Piano piano si rende conto che quello è il suo posto, che li dovrà battere, correre per poi rallentare, motore indipendente dalla volontà che meravigliosamente si trasforma in veicolo di energia, stimolato da emozioni acustiche e visive. Tutti i sensi partecipano alla festa, al turbine, al riposo dello spirito che si alterna all’elevazione della pelle a uno stato extra corporeo. Potrei toccare ciò che sento. È il trionfo di parole diverse, di dialoghi fatti di nulla eppure di tutto.
Il mio corpo comincia una danza tutta sua con movenze particolari, che solo io so interpretare. Una parte sola di me in realtà si muove fisicamente, ma come il tutto del corpo esterno a me che partecipa alla danza collettiva dei sensi contemporanea alla mia, anche il corpo da molto immobile miracolosamente si anima di energia invisibile eppure così potente… sulle note di “Divenire” anch’io mi trasformo in aria, apro le braccia che tenevo fino a quel momento lungo il corpo per sentire il flusso del sangue scorrere lungo di esse, le alzo fin dove posso tenendo gli occhi chiusi e sorridendo, dimenticando finalmente la possibilità che qualcuno mi stia osservando e giudicando.
Ora sono finalmente sola nella sala come ogni particella del corpo.. eppure, contro ogni attesa, non provo alcuna tristezza né angoscia. Sapere invece che dialoghi divini possano permettermi di riuscire a entrare da me stessa con la facilità dell’aria come ora mi consola e mi rallegra, di una gioia pacifica. Un regalo da condividere.
Tu. Il mio cellulare. Qualche messaggio. La speranza che ti sia arrivato qualcosa… e io pure.
Con delicatezza, sempre Vicky.
https://www.youtube.com/watch?v=X1DRDcGlSsE&list=RD02PAuwd-4yYHE
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