Buona domenica 😊
Amici miei,
la casa prende forma piano piano.
Questo il mio bagno. Vi piace?
Un abbraccio di cuore ❤ a tutti!
Buona domenica! Sempre Vicky!
15 agosto 2021
Amici miei,
buona solennità dell’Assunzione di Maria al Cielo a tutti voi!
Maria, Madre nostra, prega perchè anche noi possiamo stare dove Dio ci ha preparato un posto.
Dedicato di vero cuore ❤ sempre Vicky!
Ogni volta
Sono stata fortunata
ora la vita è ancora da vivere
tempo d’altare ed offerta
dono e perdono
eh sì da lasciare
pesi inutili
sorrisi e parole che
accarezzano visi
Una maschera scopre gli occhi
mi sento avvolta da
guizzi di luce
dal letto vicino al mio
qualcuno dice “è bello parlare con te”
non riesco che a dire grazie
nel dolore tutto
diventa essenziale
Ogni volta in questo letto
cambia il cuore
si apre a dare un valore
alto alle persone
quelle che ci sono e
quelle che restano a casa
è l’anno della solitudine ma
grazie a Dio qui non c’è
I ricordi, le presenze e le assenze
mi fanno compagnia
insieme al Santo immolato
che ogni mattina si dona
sa che ne ho bisogno
dono d’amore invisibile e totale
il rosario nella mente
dono di misericordia la memoria
conto i grani con le dita inermi
Ogni volta non so come fare
eppure nel silenzio
nel cuore intrepido accade
nonostante la fatica dei polmoni
d’ossigeno mi carico
Non mi sento importante ma
per Qualcuno lo sono davvero
mi restituisce al mio domani
al mio oggi
a quella che ero, che sono
e che sarò
ogni volta, con la vita che scorre
nelle mie vene quasi inesistenti
Ci sono ancora.
Grazie all’amore che circola
a chi c’è stato
a quelli che ci saranno
e anche un po’ a me
che sono figlia nel Figlio
Sempre Vicky!
Gesù e il covid-19
Amici miei,
oggi, come quasi ogni domenica, sono andata a Messa, per incontrare e ricevere il Signore e vivere un sempre più raro momento comunitario.
Che tristezza e che orrore vedere al posto delle due acquasantiere contenenti l’acqua benedetta – sacramentale – due erogatori di gel disinfettante per le mani…
L’acqua benedetta è sparita da mesi ormai, ma il suo posto era rimasto vuoto. Un modo, per me, per apprezzarla di più.
Però, no, il gel no! Che si metta all’ingresso, ma non lì.
Se penso a Gesù e a tanti Santi, come San Francesco ad esempio, che abbracciavano i lebbrosi e che non sono notoriamente morti di lebbra…
Che farebbe Gesù ai tempi del coronavirus?
Sono turbata e disorientata.
Con le mani possiamo (potremmo) fare di tutto e disinfettarle successivamente, no?
Un brano per ironizzare. Sempre Vicky!
La mia Festa della Misericordia
Amici miei,
Per i credenti cristiani oggi è la festa della Divina Misericordia. Bella occasione per riconoscere e ricordare che esiste – la Misericordia – e che siamo perdonati e vogliamo perdonare per coerenza, voglia di guarigione del cuore e gratitudine a Dio.
È il perdono ricevuto e donato che trasforma il deserto in terreno fertile. È lui il ponte che avvicina alla gioia.
Non è questo però che desidero condividere con voi. Non solo almeno.
Stamattina molto presto mi sono svegliata sconvolta a causa di alcuni sogni strani in cui ero particolarmente arrabbiata con alcune persone presenti nei suddetti sogni. Qualcuno è vivo, altri non più.
Per questo motivo, mentre mi facevo aiutare a prepararmi per uscire e andare a Messa, ero seria e silenziosa.
Il più delle volte mi chiedono se sono arrabbiata. Non lo sono. Soltanto ho bisogno di silenzio e solitudine perché il mio spirito e la mia mente mi parlino.
E lo hanno fatto mentre non me lo aspettavo! Dio è grande!
Mentre ascoltavo il Vangelo, ma soprattutto al momento dell’offertorio, ho guardato verso l’altare e in brevi attimi ho visto don Alessandro cambiare d’aspetto e trasformarsi in Gesù. Già questo era per me una grande emozione che però non mi ha sconvolta, anzi, mi ha riempito di una gioia profonda, composta, leggera.
Una brezza che dalla quale mi sono lasciata accarezzare… Come se non dovessi turbare e rovinare un momento così intimo.
Non so se riesco a spiegarmi. Lo spero di vero cuore.
Di lì a poco accanto a lui, intorno a Lui, ho cominciato a scorgere figure di persone a me care che ho perso. A cominciare da mia madre, mio padre, mio marito, i miei fratelli. Via via riconoscevo volti che col tempo avevo dimenticato e che apparivano più “indefiniti” rispetto ad altri.
In quegli attimi così interminabili ho sentito una profonda consolazione passare attraverso i miei occhi, attraversare il mio corpo e la mia anima fino a illuminarla e riscaldarla come solo raramente è successo nella mia vita.
La sensazione di leggerezza mi ha accompagnato per molto tempo e sto sperimentando una pace e una tenerezza speciali ancora ora.
Credo di essere stata guarita da una pesante ansia e da una tristezza che appesantivano sia la mia psiche che il mio corpo nell’ultimo periodo della mia esistenza.
Se qualcuno volesse darmi della visionaria, sappiate che lo prenderò come un complimento! Perchè le mie visioni e i miei sogni mi danno il coraggio di vivere una vita piena e degna. Così come fa il sole quando si affaccia all’improvviso tra le nubi.
Vi dedico la mia gioia, sperando che superi questo monitor e vi raggiunga!
Un abbraccio non virtuale. Sempre Vicky!
Il mio primo maggio
dal web
Da un po’ di anni questo giorno ha assunto per me un significato diverso, anzi un significato nuovo.
Ogni anno passo il pomeriggio del primo maggio in una comunità di recupero per ragazzi ex tossicodipendenti gestita da frati con l’aiuto di operatori.
Ci vado con tutta la famiglia o quella che io considero tale. Con mia figlia, suo marito, amici, parenti e conoscenti appartenenti a periodi diversi della mia vita.
E con alcuni dei miei compagni di vita. Oggi uno in certi momenti l’ho cercato con lo sguardo. Invano. Poi ho messo via quel pensiero proibito e la tentazione dei ricordi ad esso legati.
È una giornata passata in una famiglia allargata quella in comunità. Si arriva e viene voglia di sorridere entrando in cortile. Anzi, viene già mentre mi trovo per strada. È davvero una bella sensazione che ti fa sentire che sei attesa da Qualcuno.
I miei momenti comunitari sono ormai un piacevole rituale. La prima sensazione è totalizzante. Gente che si muove, aria aperta in una cascina con mulino restaurata, il verde e le piante ovunque, il profumo di frittelle dolci, l’odore lieve di poche gocce di pioggia evaporata e quelli persistenti di fieno e letame, l’intima sacralità della messa sull’erba e un dialogo a due nella cappella.
Sono stata quasi felice. Sto imparando ad esserlo. Sto cercando di imprimere simili lunghi attimi nella memoria così volatile…
Sì, oggi ho celebrato il primo maggio a modo mio.
Una dedica. Con affetto. Sempre Vicky!
Ordinary day
Svegliarsi all’inizio di un nuovo giorno, apparentemente uguale a tutti gli altri.
Accompagnare con rassegnazione i gesti altrui sul mio corpo. Anche oggi. Essere paziente. In ogni senso. Tra poco la libertà e tutto questo vederlo divenire immagine sfuocata.
Concedersi altro riposo. Nessuna fretta.
La prima lezione di vita dopo il brusco arresto vent’anni prima e la successiva ripresa.
Da sola.
Finalmente pronta. Tarda mattina.
Mangiare qualcosa prima di uscire, liberazione dopo circa una settimana di influenza in fase acuta.
Sognare le cose semplici. Aria un po’ gelida. Persone per strada. Vedere perfino l’autista musone più sopportabile.
La prima meta: controllare il peso. Trovare le solite facce sbuffanti alla casa di riposo e osservare. Porca miseria! Ancora due chili persi. Il mio minimo degli ultimi trentacinque-quaranta anni.
La seconda meta: vedere un film al cinema ma tempo rimanente insufficiente.
Restare e fare merenda con gli anziani da incontrare in tali occasioni.
La messa pomeridiana rara e così attraente.
Mangiare vita.
Salutare e ripartire. Un po’ di tristezza per quella umanità al tramonto.
O all’alba? Prospettive diverse.
Una corsa in autobus per un pullman da prendere. Quello per casa.
Incontrare e riconoscere un ragazzo d’oratorio.
Freddo. Voglia di scaldarsi l’anima. Sfiorare un’anima senza invadere.
Lasciarsi toccare e insanguinare il cuore da fresco dolore. Ventitrè anni finiti tra le braccia del sonno sereno eterno. Senza appello. Basta Whatsapp, fine corsa in un capolinea precoce.
Piangere dentro per braccia incapaci di stringere un ex-sconosciuto.
Avere la speranza di essere arrivata comunque.
E non solo a casa.
Guardare ogni centimetro dell’ideale tracciato. Sognare, respirare, contare gli attimi di separazione dagli ordinari amori di ogni giorno.
Telefonare e bere le semplici parole del momento, le eterne parole da dire con tutto l’affetto possibile.
Riempire Vicky con cibo per corpo, anima e mente per provare a guarire.
Musica e parole.
Ancora.
E ancora.
Una Canzone meravigliosa, dedicata alla ragazza allo specchio oggi!
Ben ritrovati, sempre Vicky!
Poi ci sentiamo
È la frase che sento più spesso nella mia vita. Quella che detesto di più. Perchè, più o meno consapevolmente, è odiosa e meschina.
Odiosa perchè indefinita, perchè la sopporto tanto, troppo.
Meschina perchè in essa è contenuta una “specie” di promessa, che ti tiene appesa a un filo ormai invisibile visto l’avvento dei telefoni cellulari. L’immagine sopra serve a distinguere il mio telefono (quello a destra su per giù, un vecchio Nokia) da quelli ultramoderni con un sacco di applicazioni, compresa quella di whatsapp, che il mio cellulare ovviamente non supporta. Sono fuori da un certo numerosissimo mondo social.
La rabbia che emerge dalla mia solitudine sincera e vera mi sta facendo diventare asociale e misantropa. Non lo avrei mai pure lontanamente immaginato di me stessa e voglio sperare che sia una “malattia” dal decorso breve e che non lasci cicatrici.
Uso il mio blog oggi per “ringraziare” una lista di persone, ovviamente senza fare i nomi perché non è necessario. Chi ha occhi per intendere intenda… diceva qualcuno molto prima di me sostituendo alla parola occhi orecchi.
Sono sinceramente stanca di essere comprensiva e mansueta, di cercare giustificazioni fuori e dentro di me che allevino il dolore di un buco esistenziale nel quale non trovo più traccia della mia colpa. Ho esaurito la pazienza anche di fare autocritica.
Dicevo quindi che volevo fare dei ringraziamenti. Sarò breve, le motivazioni le ha già date sinteticamente qui sopra.
Ringrazio te, caro parente, che oggi mi hai chiamata e visitata solo nelle tue intenzioni… forse. Allo stesso modo ringrazio te, cara amica di ieri. Aggiungo una menzione speciale per te che sei l’amica di oggi e già ti sei dimenticata di me.
È colpa mia, oggi è domenica. Non l’ho mai amata particolarmente proprio perché in questo giorno la tradizione vuole che si stia con la famiglia, con le persone più care, magari con gli amici e perfino i vicini di casa. Che grossa ipocrisia! Basta guardare i parcheggi dei centri commerciali.
Vorrei proprio sapere in quanti oggi sono andati a visitare i propri genitori magari anziani. Io non lo sono ancora, anziana, ma sono mamma e non solo nel giorno della festa ma 365 giorni all’anno, fino alla fine della mia vita terrena e anche oltre.
L’unico raggio di sole in questo mare di fango è stato il pranzo con mia figlia che oltre a farmi dono della sua compagnia per un po’ di tempo mi ha dato un pensierino per dirmi in altre parole “Ti voglio bene”.
Ho passato parecchie ore di questa giornata da sola, un po’ per mia volontà (se voglio scrivere un post utilizzando il mio software vocale devo essere necessariamente sola per avere un po’ di privacy) un po’ per le circostanze. Quello che ho scritto mi fa paura ma la vita mi ha abituato a non avere molta scelta in alcuni campi come per esempio la mia autosufficienza fisica, così ho promesso a me stessa tempo fa di non sottrarmi più al dovere dell’onestà intellettuale e all’amore della verità, per quanto possa farmi soffrire e anche, aggiungerei, farmi apparire dura per quelli che pensano di conoscermi.
Certe maschere le ho buttate via perché vivere la vita che gli altri volevano per me era troppo faticoso.
Un ultimo davvero sofferto e sentito “ringraziamento” a tutti coloro che oggi hanno pregato un Dio dal volto trasparente anzi, senza volto. Nemmeno il mio, che pur è stato creato a sua immagine e somiglianza… come quello di tutti. Vi prego dal profondo del mio cuore: “Smettete di riempire le chiese e cercate chi sta fuori!“. Vi dico da cristiana cattolica di non pregare più per me ma, se proprio volete, di farlo con me, altrimenti non fatelo affatto.
Un pensiero amorevole sale al Cielo e agli ultimi che Dio ama. Sempre Vicky!
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